Morgan Delt PHASE ZERO
[Uscita: 26/08/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
C’è una copertina fantastica ad accompagnare la nuova pubblicazione di Morgan Delt. L’esordio a cavallo tra il 2012 e il 2013 con un 7 pollici autoprodotto, arriva poi l’anno seguente il primo album omonimo su Trouble in Minds e un tour di spalla a gente come Flaming Lips e Tame Impala. Roba per cui molti metterebbero volentieri la firma. Oggi il passaggio alla celebre Sub Pop segna la consacrazione di uno degli autori che insieme a personaggi come Mikal Cronin, Doug Tuttle e Jacco Gardner meglio rappresentano il nuovo corso del pop psichedelico. Come due anni fa, del giovane di base a Los Angeles conosciamo ben poco. Si sa che è un appassionato di fantascienza e di graphic designer. Il resto che ci occorre sapere, invece, è racchiuso in queste nuove dieci tracce che ancora una volta mettono le cose in chiaro: Morgan è uno che non ha paura di sperimentare. La riprova è questo “Phase Zero” dai risultati pregevoli, come ascoltare dei Byrds diluiti in atmosfere ancora più sognanti, o dei Buffalo Springfield in espansioni visionarie. Rispetto al disco precedente le melodie prendono il sopravvento, il tutto è più equilibrato, disteso.
Ne viene fuori una raccolta di canzoni impeccabili, fresche, che confluiscono una dentro l’altra. Una fascinosa combinazione di idee, sapori e colori ipnotici capaci di catturare l’ascoltatore grazie a un sound preciso e ricco di suggestioni lisergiche. Con una maturità ormai raggiunta, Morgan Delt piazza un suggestivo quadro sonoro fatto di splendide armonie vocali, chitarre levigate, bassi gommosi, spasmi psichedelici e fraseggi folk siderali. Un approccio lievemente lo-fi e una lentezza quasi inesorabile regolano l’intero lavoro. C’è anche un senso di libertà e la volontà di uscire da certi schemi ben precisi a dare forma a tutto. Il primo singolo estratto è anche il pezzo che apre il disco: I Don't Wanna See What's Happening Outside, dotato di un sound stuzzicante che detta le coordinate dell’intero album. The System of 1000 Lies e Another Person aprono a scenari visionari. Si accelera con Sun Powers, un vortice di pulsazioni eteree che lascia spazio a uno dei brani meglio riusciti, The Age of the Birdman, che insieme a Mssr. Monster e Escape Capsule rappresenta i vertici di un disco che ad ogni ascolto offre qualcosa di nuovo. Phase Zero è un lavoro curato al minimo dettaglio che per certi versi segna anche un’evoluzione rispetto alle bizzarrie del precedente lavoro. È consigliato l’ascolto in cuffia.
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