St. Vincent MASSEDUCTION
[Uscita: 13/10/2017]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Al primo ascolto di un nuovo album di St. Vincent è sempre bene aspettarsi delle sorprese, e questo "Masseduction", il sesto lavoro in studio della trentacinquenne musicista texana, non fa eccezione. Figlia d'arte (gli zii sono i celebratissimi Tuck Andress e Patti Cathcart, del noto duo jazz Tuck & Patti), Annie Clark mette a segno un disco dalle atmosfere forse un pò meno sperimentali dei suoi precedenti, ma non per questo meno brillante. Il disco è stato registrato agli Electric Lady Studios di Manhattan (quelli di Jimi Hendrix) per la brillante produzione di Jack Antonoff (ex Bleachers), che compare anche come coautore in molti dei tredici brani dell'album. Ottime anche le collaborazioni di Doveman al piano, di Greg Leisz alla pedal steel e, neanche a dirlo, dei sopracitati zii, rispettivamente alla chitarra acustica e nei cori. New York, primo singolo estratto da Masseduction, è una bella celebrazione di amore e complicità, non priva di una certa autoironia ed un velo di malinconia, ma in realtà non dice molto di questo disco.
Lo fa invece il pezzo scelto per il secondo video, Los Ageless ("i senza tempo"), il cui testo è un'aperta parodia allo stile di vita del jet set della grande città californiana e con le consuete sonorità electro-pop. Ma, al di là delle scelte di marketing, questo è un disco pieno di idee e di talento, sin dalla prima track, la deliziosa Hang On Me, un gioiello pop in cui, a tratti, St. Vincent ricorda nello stile un pò l'ultima Alanis Morissette, con molta più ispirazione di quest'ultima. Eccentrica e brillante anche la successiva Pills, in cui St Vincent dà prova della sua capacità di spaziare nelle infinite soluzioni musicali del pop, Masseduction e Young Lover regalano una performance vocale di alto livello. E se in Happy Birthday, Johnny l’artista rispolvera la vena intimista di New York - e lo fa con classe non comune - in Fear The Future sfodera una grinta che non le conoscevamo, per quello che è il brano più "duro" dell'album. Un disco pop davvero interessante, vario e molto, molto ispirato. Persino il vecchio fan che forse lo troverà un filo troppo commerciale non potrà esimersi dal riconoscere che la Clark al pop ha ancora tanto da offrire.
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