Ibeyi IBEYI
[Uscita: 17/02/2015]
Francia-Cuba #consigliatodadistorsioni
Ibeyi in Yoruba significa gemelli, e gemelle sono le ventenni Naomi e Lisa-Kaindè Diaz, francesi di origine cubana, figlie del percussionista Miguel “Anga” Diaz, legato al giro del Buena Vista Social Club. Nelle tradizioni africane la nascita di due gemelli è un evento magico e misterioso, in alcune etnie segno della divinità, in altre del diavolo. Scelgono però di cantare in inglese, la lingua internazionale della musica, e in Yoruba, la lingua degli avi: Oya, per esempio è la dea del fiume Niger. Le due gemelle scelgono di ridurre al minimo la strumentazione che accompagna le loro voci cristalline: a volte sono a cappella, come nell’intro Eleggua, spesso accompagnate da un filo di elettronica, dal piano, o da scarne partiture di fiati, come nella già citata Oya, canzone fin troppo debitrice della lezione di Bjork, sembrerebbe un outtake da “Homogenic”. Più interessante quando la musica delle Ibeyi travalica ogni distinzione di genere, come in Ghost, coinvolgente sorta di drum’n’bass africano, inframmezzato dagli arpeggi classicheggianti del piano. Procedendo nell’ascolto dell’album le proposte si fanno ancora più interessanti. Le poliritmie tipicamente africane si mescolano con l’intrecciarsi delle voci.
La tessitura ritmica è essenziale, come in River, dove a tratti è limitata al battimani, oppure a semplici patterns di percussioni campionate. Stranger/Lover tiene fede al titolo ed è un affascinante tempo complesso, tra un tango tecnologico e una ballata decadente. Con Singles si dirigiamo anche verso il Sud America, sempre però mescolato col gospel, l’africanità e un beat di matrice bristoliana, come poteva concepirlo il miglior Tricky. I brani sono tutti piuttosto lenti, atmosferici, scarni nell’arrangiamento ma ricchi sul piano del pathos creato. Un disco affascinante che coniuga modernità e tradizioni nel migliore dei modi, senza mai occhieggiare alle mode o alla musica da localino trendy. Certo, l’ombra di Bjork e di altre carismatiche chanteuse degli anni ’90, è ben presente ma, se escludiamo la già citata Oya, non così pesantemente da inficiare il risultato finale. Questo debutto delle Ibeyi ha ancora qualche tratto acerbo, ma l’entusiasmo che ha scatenato sui media per una volta si può giustificare. Tenendo conto della giovanissima età, le due multietniche gemelle saranno sicuramente tra i nomi che faranno parlare di sé negli anni a venire.
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