Isproject THE ARCHINAUTS
[Uscita: 29/09/2017]
#consigliatodadistorsioni
Provengono dalla terra di Puglia, sono estremamente giovani, talentuosi, e condividono una smisurata passione nel fare musica. Se a ciò aggiungiamo che le iniziali dei loro nomi coincidono perfettamente non è poi così difficile risalire all'origine del moniker adottato. Sono trascorsi circa quattro anni da quando le velleità artistiche di Ivan Santovito e Ilenia Salvemini si sono intersecate per dare corpo al progetto Isproject; l'incontro al Fasano Jazz 2015 con Fabio Zuffanti (ingegnoso factotum della scena progressive italiana) e il suo interessamento per le demo realizzate del duo, hanno sancito lo start-point di una stimolante collaborazione che ha di fatto consentito l'ingresso del binomio andriese alla corte della scuderia AMS e la conseguente realizzazione di un full-lenght d'esordio intitolato “The Archinauts”. Supportati in studio dal bassista Andrea Bottaro e dalla Z Band di Zuffanti - composta da Giovanni Pastorino (tastiere), Simone Amodeo (chitarre), Paolo Tixi (batteria) e dallo storico fiatista dei Delirium Martin Grice - Ivan e Ilenia realizzano un concept visionario ispirato al racconto di Nicola Boccadoro “Ho venduto la morte all'amore” che fotografando paure ed inquietudine dei nostri tempi cerca, attraverso dei fantomatici archinauti, di recuperare il senso delle cose per edificare un futuro migliore.
Le sonorità delle sette tracce palesano le multiforme ispirazioni dell'Isproject rivelando connotati tipici del progressive di seconda generazione: tastiere in grande spolvero (piano, hammond e mellotron) e suggestivi soli di chitarre pervadono dilatate tessiture classico - sinfoniche in cui garbatamente si incastona un cantato, in inglese, mai eccessivo. L'influenza 'zuffantiana' non passa inosservata (e come potrebbe esser diversamente?) e per i più avvezzi al genere non sarà difficile assaporare echi di Höstsonaten, Finisterre e di produzioni recentemente curate dal direttore artistico genovese. La scaletta di “The Archinauts” scorre comunque spedita, seguendo un intenso fil-rouge emozionale; i movimenti più accattivanti appaiono The City and The Sky, Lovers in the Dream e i quattordici minuti dell'articolato epilogo Between the Light and the Stone anche se, come per ogni concept che si rispetti, è nel suo insieme che il disco esprime il suo meritevole spessore artistico. Un persuasivo biglietto da visita per un inedito disegno musicale di cui, siamo certi, non mancherà occasione di parlare nel prossimo futuro. Annettiamo quindi la curata proposta discografica al labirintico casellario progressivo (o neo prog che dir si voglia) made in Italy.
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