Ruben Il lavoro più duro
[Uscita: 1/05/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Dopo quattro album in studio e uno dal vivo, in oltre dieci anni di carriera Pierfrancesco Coppolella, meglio noto come Ruben, dà alle stampe un concept - album sul mondo del lavoro, quasi una Spoon River nostrana in cui a raccontare le loro storie sono eroi senza gloria che vivono, o meglio sopravvivono, nella loro grigia, malinconica e spesso tragica realtà lavorativa. Ruben cesella personaggi dai tratti grotteschi o teneri, cupi o leggeri con una verve a tratti dissacrante e a tratti compassionevole. Dal serio professionista cocainomane, qui rappresentato da un killer a pagamento, al prete di provincia che, stanco di pregare per gli altri, prega per se stesso invocando un’ancora di salvezza dalla propria desolazione terrena. Dall’insegnante appassionato, ma ignorato dai propri studenti, al disoccupato in cerca di un lavoro (… il lavoro più duro!). Queste e altre figure animano le quattordici tracce di un disco sincero e spontaneo, registrato interamente in analogico con voce e chitarra in presa diretta, proprio per conservare il massimo impatto emozionale della performance. Archi e fiati sono arrangiati in maniera egregia da Carmelo Leotta, noto contrabbassista jazz.
Buono il lavoro al violino di Michele Gazich. Elegante e molto ben curata la confezione in versione digipack deluxe a tre ante, ornata dai disegni originali dell’illustratore Fabrizio Mirandola. Dagli esordi come collaboratore ai testi per Rudy Rotta alla contemporaneità della sua scrittura musicale e letteraria, il cantautore veronese arricchisce con spunti inediti le evidenti influenze che artisti come Bob Dylan, Bruce Springsteen e (forse soprattutto) Neil Young hanno avuto nell’avvio e nell’evoluzione del suo percorso creativo e stilistico che, ne “Il lavoro più duro”, raggiunge una notevole maturità espressiva: essa si manifesta, innanzi tutto, nell’approccio interpretativo volto a dare a ogni singolo personaggio del racconto un proprio particolare timbro espressivo, giocando con la voce per farne risaltare appieno le intime caratteristiche. Ruben interpreta visceralmente le sue creature dando vita a una galleria di ritratti umani ora esuberanti, ora feroci, ora teneri nel loro forse vano tentativo di fuggire dalle proprie ossessioni. Un disco vero e sincero. Cosa rara di questi tempi.
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