AA.VV. HUNGER AND LOVE: BILLIE HOLIDAY 1915-2015
[Uscita: 07/04/2015]
#consigliatodadistorsioni
È l'anno di Billie Holiday: a cento anni dalla nascita (Baltimora, 7 aprile 1915 – New York, 17 luglio 1959), Dodicilune Dischi ci regala questa gemma, racchiusa in due CD con 24 brani eseguiti da vocalist italiane, che paiono sbocciare dal fiore in copertina, ripreso nel riuscito graphic-novel di Matteo Alemanno. “Hunger And Love” (fame e & amore): non è un semplice tributo quello che la vivace etichetta pugliese ha realizzato, bensì un progetto ambizioso e riuscito negli intenti, ideato e diretto da Gabriele Rampino. Il songbook di Billie Holiday forse non era mai stato così rivisitato in un lavoro discografico degli anni duemila che potesse restituire sia il canone espressivo, sia le peculiarità di una cantante, ritenuta (non a torto, a nostro avviso) con Maria Callas la più grande vocalist del secolo scorso, quale eredità da conservare in un bocciolo di porcellana. L'originalità dell'impresa discografica è stata quella di coinvolgere 24 cantanti italiane, di diversa estrazione e provenienza artistica, che in molteplici contesti esecutivi (dal duo, al trio o con small group), hanno ripercorso la vicenda di Lady Day, non solo attraverso i suoi originals, da You Gotta Show Me a Left Alone (scritta a quattro mani con Mal Waldron), a God Bless The Child e Don't Explain (scritti con Arthur Herzog), ma riscoprendo quelle canzoni evergreen che sono la bibbia del canto jazz di sempre.
Accanto a vocalist di grande esperienza, tra le quali spicca Tiziana Ghiglioni (in Eclipse, di Charles Mingus, in duo con Simone Daclon, al piano), troviamo Gianna Montecalvo, Francesca Ajmar, Barbara Errico, Paola Arnesano, a Cecilia Finotti, Cristina Renzetti o a Elisa Ridolfi, o le ultime "scoperte" di Dodicilune, gradite conferme, come Loredana Melodia, Antonella Chionna, Chiara Pancaldi, Elga Paoli, Silvia Manco, Serena Spedicato, Elisabetta Guido, Lisa Maroni; vanno citate poi cantanti dotate di uno spiccato eclettismo, o di "ricerca" (Mara De Mutiis, Marta Raviglia, Serena Fortebraccio e Silvia Anglani). Poi, una figlia d'arte, Camilla Battaglia (figlia di Tiziana Ghiglioni e Stefano Battaglia). I brani scelti costituiscono la robusta orditura dell'esperienza umana di Billie Holiday, incarnata dalla voce, dal sorriso, dalle lacrime: un vissuto di tremenda solitudine e compassione che si riscattano solo in parte nel corso di una parabola artistica dove l'amore e i rapporti umani si mescolano nelle contraddizioni e nelle miserie della Storia.
Fra i titoli dell'edizione, Strange Fruit, eseguito nel primo CD da Lisa Manosperti, accompagnata da una ritmica con violino; la storia del brano, accreditato a Lewis Allan, ha accompagnato tutta la vita di Billie, ma non solo: è stato uno delle prime songs della protesta nera che venne eseguito per la prima volta dalla Holiday in una festa privata e poi inciso nel 1939 per la Commodore (e non per la Columbia, la sua etichetta), la migliore sintesi canora di pathos e swing. La biografia di Lady Day (il celebre soprannome attribuitole da Lester Young, il suo ultimo compagno della vita), si snoda in tutto questo Hunger And Love attraverso altri brani, che hanno segnato diversi importanti tasselli della sua vicenda umana: Misery, del clarinettista siculo-americano Tony Scott (Anthony Sciacca) o i due titoli cui vedono partecipe nella scrittura il pianista Mal Waldron, No More Tears (for Lady Day) eseguita da Gianna Montecalvo in duo con Gianni Lenoci al piano (una delle perle dell'edizione, a mio avviso) e Left Alone (con Antonella Chionna accompagnata alla chitarra da Andrea Musci). La grande qualità espressa dalle vocalist protagoniste e l'ottimo livello esecutivo, conferiscono a questo tributo per Billie Holiday il carattere della sua indispensabilità: un cd (doppio), doppiamente necessario.
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