Vetiver COMPLETE STRANGERS
[Uscita: 24/03/2015]
USA
Ritornano dopo tre anni di silenzio i Vetiver, moniker sotto il quale si nasconde il cantante e compositore californiano Andy Cabic e lo fanno approdando all’etichetta Easy Sound Recording dopo che il precedente “The errant charm” era uscito niente meno che su Sub Pop/Bella Union. In questo nuovo lavoro Cabic pare allontanarsi da quelle inflenze psichedeliche note ad inizio anni duemila come il folk-freak di Devandra Banhart (con il quale Cabic ha collaborato in passato), per approdare a sonorità di matrice più spiccatamente indie pop, contaminate da influenze latine come nel singolo Current Carry o shoegaze a combustione lenta (i sette minuti della apripista Stranger still). L’atmosfera generale di "Complete Strangers" è di leggerezza, di una dolce brezza primaverile che trasporta facendo sentire senza peso mentre si sorvola con la mente un’isola tropicale. Certo, in molti momenti sembra di essere tornati agli anni ’70 e con brani come Confiding la sensazione di ascoltare quasi un disco degli America è molto forte, mentre la successiva la Backward slowly dà l’impressione di un momento di stanca all’interno del disco.
Cabic si riprende subito con Loose ends, ottimo esempio di mix tra shoegaze e indie pop in stile Real Estate, che dà la misura di come avrebbe potuto suonare questo lavoro se il nostro si fosse concentrato di più su un mood ritmato piuttosto che su uno rallentato, in cui si ripiomba con Shadows Lane ed Edgar, intervallate dalla delicata bossa-nova di Time flies by, che sembra uscita da un disco dei Kings of Convenience. La conclusiva Last Hurrah non aggiunge e non toglie nulla al mood generale del disco, lasciandosi cullare in una melodia molto di atmosfera ma di poca sostanza emotiva. Andy Cabic ha dimostrato, nella sua ormai decennale carriera, di essere un cantautore dalla produzione lenta, i cui mutamenti non sono mai apparsa radicali da un disco all’altro. Lo stesso Cabic ha dichiarato in alcune interviste che le canzoni che compongono questo Complete Strangers condividono dei punti comuni ma arrivano da esperienze e momenti diversi: però la sensazione generale è comunque di un lavoro che ha portato la band di San Francisco verso il pericoloso versante di un easy listening da radio nelle ore di punta, senza apportare nulla di nuovo al genere o alla band, ed è un peccato perché in alcuni episodi si vedono invece delle potenzialità. Si auspica che il prossimo lavoro sposi più il versante di canzoni come Stranger Still, Loose ends e Times flies by, dove la sensazione di movimento fisico e di idee appare positiva, piuttosto che quello troppo rilassato che pervade il resto del disco.
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