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9 Settembre 2015 , ,

Opez DEAD DANCE

5 giugno 2015 - Agogo Records

Opez DEAD DANCEGli Opez sono un duo proveniente da Cesena costituito dai polistrumentisti Massimiliano Amadori (slide guitar, chitarre, percussioni, ukulele, freeze sound, armonium) e Francesco Tappi (contrabbasso, archetti e fischio). “Dead Dance” è il loro bel disco d'esordio, undici tracce strumentali, la voce umana è presente solo in tre brani, ma utilizzata come uno strumento, che si dipanano come un viaggio lento e meditativo verso il West, lungo i deserti ai confini tra Stati Uniti e Messico. Fra un country e un bolero, un blues e un tango, il disco disegna una geografia che è più dell'anima che della realtà, i suoni evocano i luoghi così come si sono sedimentati nel nostro immaginario in questi decenni fra cinema, musica, pittura, televisione. Musica evocatrice di immagini e di umori, di mondi lontani e sognati, regni di un'aspirazione alla felicità e alla libertà che spesso si rivela irrealizzabile ed effimera, colonna sonora ideale per i finali amari dei western di Sergio Leone e ancor più di Sam Peckinpah, due che hanno contribuito in maniera decisiva a determinare l'iconografia e le atmosfere di quei luoghi.

 

Dead Dance”, titolo ispirato ai riti messicani legati alla morte, è un'opera che si rivela a ogni ascolto più ricca e complessa, svelandone le diverse ispirazioni e fratellanze musicali, Django Reinhardt, Morricone, Augusto Martelli, Santo & Johnny, Badalamenti, Dan Stuart, Calexico, Mike Cooper per i suoi lavori ispirati alle isole, e in particolare l'ultimo “Fratello Mare” uscito poco dopo questo degli Opez. Carlos Primero, primo singolo, vibra suggestiva e inquieta nella crepuscolare solitudine del deserto, e Malinco si tinge ancor più di toni malinconici, con la voce e il fischio che cullano nostalgici i nostri sogni, Estelita ci crogiola nei languori del tango e Diavolanza viene infettata da percussioni afro e ritmi sinuosi, la slide guitar di Sangoda col suo suono melodioso e suggestivo profuma di isole del Pacifico, mirabile sogno che si affievolisce lentamente fino a sparire del tutto. Non poteva esserci congedo migliore di Balera De Mar un country polveroso e notturno che tocca dolcemente il cuore. Un esordio davvero convincente per anime erratiche e vagabonde che amano lasciarsi guidare da note che vibrano di sogni e immaginazione.

 

Ignazio Gulotta

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