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30 Marzo 2021 ,

Tarotplane Horizontology

2021 - 12th Isle
[Uscita: 05/03/2021]

Se avete un amico che come voi fa della musica rock una ragione di vita e magari è un cultore delle cose del passato potete confezionargli un gran bello scherzetto, mettendo in play questo nuovo album di Pj Dorsey, alias Tarotplane. Se poi il soggetto in questione è di quelli che per scelta precisa o per ostinazione totale si rifiuta di ascoltare le cose del nuovo millennio, “perché ormai non esce più niente di valido, tutto è già stato detto e scritto”, la soddisfazione sarà massima. L’ignaro ascoltatore si troverà di fronte a un disco, questo “Horizontology” che in tutto e per tutto ricorda le gloriose sonorità del Kraut-Rock, tutti quegli album che vedevano la luce per etichette leggendarie come la Ohr, la PDU, la Pilz, la stessa Brain, quelli che venivano chiamati i Corrieri Cosmici. Però faremmo un torto a Pj Dorsey a non presentare meglio il suo progetto Tarotplane. Lui viene da Baltimora, nel Maryland, e già da giovanissimo era un vorace consumatore di musica rock, dei sixties in particolare, Beatles, Pink Floyd, ma anche Soft Machine, ma in generale il nostro ragazzo pareva essere attratto dal disegno di copertina nella scelta degli album da ascoltare. Ha iniziato a prendere in mano una chitarra intorno ai 10 anni e dichiara di aver avuto non poche difficoltà per imparare a suonarla a dovere. Se pensiamo che è nato nei tardi Sixties e il suo primo disco è uscito soltanto 6 anni fa, viene naturale chiedersi che il tutto pare frutto di un puro divertimento, del volercela fare da solo. Tarotplane fa un uso della chitarra simile a quello degli eroi teutonici dei Seventies, Manuel Gottsching più che Daniel Fichelscher, ma lui stesso dichiara d’avere come esempi da seguire Hans Reichel, Richard Pinhas (Lard Free, Heldon) e pure Daevid Allen. Registra i suoi dischi molto spesso su un semplice iPad per poi usare il programma Audacity per tagliare i pezzi o montarli, una tecnica che con tutti gli apparati elettronici adesso a disposizione gli facilitano alquanto la vita. “Horizontology” segue di pochi mesi il precedente, ottimo, “The Feedback Sutras” e ne ricalca gli stessi orizzonti sonori. Il pezzo forte del disco è la straordinaria suite Light Under WaterThe Rescheduled Dream Delivery Service Malaysian ForestA Tiny Covenche che in un'ideale edizione su vinile occuperebbe l’intero lato B, una long track da oltre 18 minuti. Qui siamo catapultati indietro di oltre 50 anni quando gli sperimentatori germanici regalavano meraviglie sonore che in seguito hanno influenzato migliaia di band. Un pezzo che da solo giustifica l’ascolto. S i susseguono echi di Tangerine Dream ma soprattuto degli Ash Ra Tempel del virtuoso chitarrista Manuel Gottsching che Pj Dorsey ricorda molto spesso in maniera incredibile. Del resto lui stesso parlando del Kraut-Rock ci tiene a sottolineare come “la Germania dei '70 era il posto dove la musica underground aveva messo le radici ed era esplosa in qualcosa di nuovo ed eccitante, produttori come Conny Plank e Dieter Dierks erano il massimo in questa ottica d’ascolto”. Ma girando il disco ci sono altre belle sorprese, l’opening Shatner’s Bassoon ha le stesse pulsazioni ritmiche dei Tangerine Dream, diciamo il soundtrack di “The Sorcerer” per essere più precisi e lo stesso succede con i cinque minuti “liquidi” di Ceramic Heartbreak. Pj Dorsey ci tiene a sottolineare come non ami particolarmente suonare dal vivo e considerato come vengono partoriti i suoi album il tutto sembra perfettamente naturale. La sensazione dettata dall’ascolto di “Horizontology” e in generale dai dischi di Tarotplane è che il suo autore potrebbe sfornare decine di lavori come questo, non necessariamente un difetto, sia chiaro, ma una semplice constatazione. Un artista da seguire, ad ogni buon conto, ci piace accomunarlo ad altri artigiani sonori come i nostri Upupayāma e il grande Trip Hill.  Se amate il Kraut-Rock, degnate questo album di un ascolto profondo.

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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