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12 Giugno 2018 , ,

Luke Winslow-King BLUE MESA

2018 - Bloodshot Records
[Uscita: 11/05/2018]

Stati Uniti  #consigliatodadistorsioni     

 

luke winslow-king coverBlue Mesa, ultima fatica discografica del cantante, polistrumentista, songwriter americano Luke Winslow-King è solo in apparenza ad un primo frettoloso ascolto un album da puro easy-listening, ben cantato e altrettanto ben eseguito. In realtà siamo alle prese con le varie sfaccettature di un artista che, in dimensione da cantautorato vintage ma certo non demodé, riesce a combinare insieme stili e generi, per un prodotto finito sempre vivace. Il suo è un rock che non disdegna frequenti incursioni nel pop, nel blues, nel country, nel gospel, nel soul, nel jazz, con tante citazioni e tanta fantasia, per approdare a quel genere che potremmo etichettare “americana”. Il trentacinquenne songwriter nato a Cadillac, nel Michigan, percorre i dieci brani che compongono l’album (per la cronaca è stato registrato a Lari, un piccolo centro in provincia di Pisa con il contributo essenziale della slide-guitar dell’italiano Roberto Luri, uno dei principali collaboratori da qualche tempo di Winslow-King) tutti di alta qualità, qui facendo pensare agli Allman Brothers, lì a Roy Orbison, o a John Cougar (Born to Roam) evocando Woody Guthrie o infilando un’evidente citazione beatlesiana in Chicken Dinner, dove una sezione di fiati dà valore aggiunto ad un trascinante swing.

kingLuke e i suoi conoscono tutti gli stratagemmi e gli artifizi per affascinare l’ascoltatore, solleticarne le orecchie e trascinarlo in un piacevole territorio musicale. Citeremmo in particolare la title-track per il sapore springsteeniano che la caratterizza, la seguente Born To Roam, Better For Knowing You, ballad intensa, quasi un omaggio ad Otis Redding, che ci ricorda che blue può essere tradotto con l’aggettivo italiano “triste”. In chiusura c’è Farewell Blues, che l’artista dedica al padre, scomparso lo scorso anno.  

 

 

Voto: 8/10
Nello Pappalardo

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