EtnainBlues EtnainBlues 23-24-25 Luglio 2015, Catania, Trinità Manenti di Mascalucia
Non solo nelle stanze del potere o attraverso le analisi degli economisti. La crisi si misura anche nel quotidiano. I tre giorni di una kermesse musicale, se, da una parte, ci hanno fornito le opportune sollecitazioni ed hanno soddisfatto il nostro apparato uditivo, con annessi e connessi, dall’altro lato ci hanno fatto riflettere sulle difficoltà che gli operatori musicali, tanto quanto quelli di qualsiasi altro settore, hanno nel portare avanti le proprie istanze. Tagli, decurtazioni di bilancio, difficoltà da parte delle istituzioni pubbliche nel creare l’adeguato supporto logistico non hanno impedito ad una manifestazione blasonata qual è l’”Etna in Blues”, a Mascalucia, centro dell’Hinterland catanese, ai piedi del vulcano, di celebrare la sua edizione 2015, con tre serate piene zeppe di emozioni musicali.
Il festival, prima di essere assunto dall’associazione “InBlues” di Corrado Zappalà, ha avuto una sua preistoria in una serie di eventi realizzati sull’onda del movimento che si è sviluppato attorno al capoluogo etneo alla fine degli anni Ottanta e che hanno fatto definire Catania “la Seattle europea”. Proprio qui, nella sua prima edizione, abbiamo avuto la ventura di scoprire e di dare per la prima volta “onor di cronaca” alla voce di una promettente sedicenne che di lì a poco sarebbe diventata una star internazionale, Carmen Consoli. Poi, con la gestione Zappalà, abbiamo avuto modo di vivere grossissimi eventi, apprezzando la trascinante Bettie Lavette, scoprendo un megagalattico Joe Bonamassa, salutando nelle ultime esibizioni due grandi che ci hanno lasciato, Willy de Ville e Solomon Burke, e apprezzando un mitico John Mayall, costretto ad esibirsi in canotta e bermuda per aver smarrito il bagaglio e che, nonostante l’inconveniente, non ci ha negato una bella dedica su un nostro disco.
Niggaradio, Delta Moon, Peter Karp & SueFoley...
Ecco, grandi eventi, ma anche grande attenzione alle nuove realtà. “Etna in Blues”, nella primavera che precede il festival, seleziona oltre 200 band provenienti dall’Italia meridionale per lanciarne poco meno di una decina. Con risultati pregevoli, se consideriamo che l’edizione di quest’anno ha avuto come prima guest star una band catanese che nell’arco dell’ultimo anno ha avuto un premio Tenco per il suo primo cd ed ha partecipato al “Concertone” del primo maggio a Roma, i Niggaradio, pregevole sintesi di ingegneria elettronica e istanze popolari. La rassegna, che si avvale della conduzione di Paola Quattro, che è anche una brava rocker, ha poi ospitato, nelle sere successive, due straordinarie band americane, i Delta Moon, che hanno interpretato le “roots”, le radici della loro Georgia, in uno spettacolare dialogo fra la chitarra lap steel di Tom Gray e la bottleneck di Mark Johnson, con la possente ossatura del basso di Franher Joseph e il convincente drumming di James Stafford. Quindi, a conclusione, Peter Karp & Sue Foley, una band vivace e scatenata, guidata da una coppia di chitarristi ben assortita con un lui dalla voce roca e il piglio istrionico, e una lei dalla splendida voce da country girl che affascina insieme con un aspetto da bella red-headed. Attorno alle presenze illustri, si sono alternati nelle tre serate - meritano tutti la citazione, anche perché fra loro ci sarà certo la star di domani – The Blues Father, Gorgo Blues Band, Hot Shanks blues band, Strimpella BB, Round The World, Leakers Band, The Southern Gentleman, Marco Corrao, The Sperados e Walter Catania.
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