Michal Jacaszek Intervista – Italian/English version
All’inizio di dicembre 2011, la Ghostly International rilasciava “Glimmer”, settimo album del musicista e compositore polacco Michal Jacaszek, riscuotendo subito un unanime consenso di critica. Ho avuto il piacere di scambiare due parole con Michal ed approfondire con lui alcuni aspetti del suo ultimo lavoro che mi avevano particolarmente affascinato.
Felice Marotta - Ciao Michal, intanto complimenti davvero per il tuo "Glimmer". Hai detto: 'Ho provato ancora una volta a creare una bellezza fragile e luminosa dietro l'apparenza della realtà'. "Glimmer" è uno specchio di una bellezza vertiginosa e fragile. Emerge la sensazione che tu abbia una particolare predilezione per il mondo materiale. E’ una interpretazione corretta?
Michal - Il mondo materiale, per me, è interessante solo in senso metafisico. Penso che esistono alcuni aspetti o alcuni elementi nel mondo materiale che possono darti la sensazione che esista qualcosa d’altro “dietro”, qualcosa di invisibile, ma sempre presente. Sento questo quando contemplo un paesaggio o un'opera d'arte, quando incontro determinate persone, quando gioco con i miei figli.
Nella mia recensione al tuo "Glimmer" ho scritto che il barocco è il baricentro di questo lavoro. Barocco che non va inteso come esaltazione della decorazione o della magnificenza, ma come esaltazione dell’eccesso e della inesauribilità delle cose. I brani Goldengrove. Dare-Gale e Evening Strains to be Time's Vast hanno uno straordinario fascino barocco. Sei d’accordo con questa lettura?
Direi che questa interpretazione suona un po’ troppo astratta per me, ma per quanto ho capito, non è questo il punto. Io sono molto più affascinato dal lato ascetico dell’arte barocca, ad esempio le forme della musica barocca da camera, sono molto minimali, lente, tranquille ...
In "Glimmer" c’è un perfetto equilibrio tra gli strumenti antichi come il clavicembalo e l’elettronica moderna. E’ stato facile trovare un equilibrio tra questi strumenti cosi differenti tra loro?
Non mi è molto difficile trovare ora l’equilibrio, ma il modo con cui miscelo questi elementi è il risultato di un lavoro piuttosto lungo. Mi sono sforzato di trovare "il mio suono" per molti anni. Il mio obiettivo era creare un tessuto sonoro armonioso, senza che vi fossero suoni predominanti, accenti forti, parti soliste.
In Windhove la bellezza è appena accennata e sfuggente. Nonostante si avverta un mondo in decadenza, la tua visione è comunque sempre luminosa e positiva. Anzi, sembra che la bellezza non si opponga al decadimento ed in alcuni casi ne sia una conseguenza. E’ davvero cosi?
Domanda interessante ... Potrai notare che molto spesso il decadimento è stato una grande ispirazione per molti artisti e compositori e che tanti bellissimi capolavori sono stati creati sulla base di questa fascinazione. Sto pensando al Romanticismo e alla sua fascinazione della morte, degli amori infranti, delle rovine. Un decadimento di un mondo materiale può aprire nuove prospettive, nuove speranze, una nuova bellezza senza fine.
Michal, grazie davvero per la tua disponibilità. Ti aspettiamo presto a Roma.
Sicuramente verrò!
Interview with Michal Jacaszek
Felice Marotta (DISTORSIONI) - Hi Michal, meanwhile really congratulation for your "Glimmer". You said: ‘I tried again to create some fragile beauty glimmering behind the veil of reality’. "Glimmer" is a mirror of a vertiginous and fragile beauty. It emerges the sensation that you have a particular predilection for the material world. It's a correct interpretation?
Michal Jacaszek - For me it is interesting only in metaphysical sense. I think there are some aspects or some elements in the material world, that can give you a sense that there is something more “behind”, something invisible, but still present. I feel it when I contemplate a landscape, piece of art, when I meet certain person, play with my kids.
In my review of your "Glimmer" I wrote that the baroque is the center of gravity of this work. Baroque that should not be understood as a exaltation of the decoration or of the magnificence, but that it should be understood as a exaltation of the excess and of the inexhaustibility of the things. Goldengrove. Give-Gale and Evening Strains To Be Time's Vast have an extraordinary baroque fascination. Are you agree with this reading?
Well, this interpretation sounds a little bit too abstract , but as far as I understand, this is not really the point. I am more fascinated in ascetic side of baroque art, let’s take chamber forms of baroque music, it is very minimal, slow, quiet ...
In "Glimmer" there is a perfect balance between ancient instruments as the harpsichord and modern electronics. Was easy to find a balance between instrumentals so different?
It is not very difficult now, but the way I mix those elements is a result of quite long work. I have been trying to find “my sound” for many years. My goal is to create a consistent sound fabric, without dominants, strong accents, solo parts.
In Windhover the beauty is barely visible and elusive. Although we perceive a world in decay, the vision is however always bright and positive. Indeed, it seems that beauty is not in opposition to decay and in some cases it seems a consequence. Is It really so?
Interesting question ... Please note that very often a decay was big inspiration for many artists and composers, and lots of beautiful masterpieces was created out of this fascination. I am thinking about Romanticism and its fascination of death, broken love, ruins. A decay of a material world can open new perspectives, new hopes, new neverending beauty.
Michal, thank you very much for your time. We are waiting for you in Rome.
I will definitely come!