Macy Gray TALKING BOOK
[Uscita: 24/10/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Quando l’ho saputo ho subito pensato: “Ecco l’ennesima oscenità”. Come si può pensare di rifare interamente un disco di Stevie Wonder? Come si può pensare, non contenti, di rifare “Talking Book”, uno dei dischi migliori della leggenda del soul. Il disco che fa parte dei suoi 5 dischi migliori, quelli scritti tra il il ’70 e il ’72 (“Music of my mind”, “Talking Book” appunto, “Innervisions”, “Fulfillingness first finale” e “Song in the Key of Life”). Poi la curiosità come al solito ha preso il sopravvento e ho deciso di ascoltarlo. Beh, lo dico chiaramente. E’ un disco bellissimo. Direte, per forza è un disco di Stevie. Certo, i brani sono quelli e sono immortali ma vi assicuro che Macy Gray, o chi per lei, ha fatto tutte le mosse più azzeccate. Per prima cosa ha evitato quei suoni r&b elettronici che era il mio primo timore. E’ invece un tributo dal sound molto caldo e avvolgente con un uso sapiente di sonorità soul, in particolare molto belli i piani elettrici, gli Hammond e i synth. A differenza dell’originale è più articolato negli arrangiamenti, ma senza stravolgerli. Se nella versione di Stevie emerge un approccio più intimo e centrato sulle parti vocali, qui si coglie una maggiore orchestralità che accompagna sapientemente la bella e particolare voce di Macy che è sempre quella, con quella timbrica nasale che l’ha resa unica. Vediamo di sviscerarlo meglio.
You are the sunshine of my life è di fatto identica tranne la presenza di una ritmica più forte e presente. Maybe your baby è cattivissima e decisamente più rock con un uso forte ma non invadente di chitarre sul fondo. L’intimità di You and I, dove c’erano solo la voce e il pianoforte di Stevie assume maggiore groove con l’inserimento di un bel beat e con un piano elettrico più caldo. La vena r&b moderna di Macy si coglie bene in Tuesday Heartbreak (e qui stavo già iniziando a pensare: "ma vuoi vedere che è quasi meglio dell’originale"). Mi spiace, cari puristi e sostenitori della classicità del soul e dell’intoccabilità dei mostri sacri, lo devo ammettere, la versione 2012 di You’ve got a bad girl è bellissima, senza paragonarla all'originale, è proprio bella, soprattutto nel ritornello grazie a quel bellissimo suono di synth e il crescendo finale.
Meritano un menzione Superstition, in una versione jazz e intima (anche qui la scelta migliore che si potesse fare) Blame it on the sun (interpretazione da brividi) e l’arrangiamento di I believe. In conclusione, la scelta di Macy Gray è stata veramente molto coraggiosa, soprattutto per un’artista che veniva da un periodo un po’ in ombra. E’ una scommessa vinta, a dimostrazione del suo valore e speriamo che l’aver lavorato a lungo sul materiale di un maestro come Stevie Wonder la riporti allo splendore di qualche anno fa.
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