Destroyer POISON SEASON
[Uscita: 28/08/2015]
Canada #consigliatodadistorsioni
Questo è un disco magnifico. Lui si chiama Daniel Bejar, canadese, ed ha fondato il suo gruppo, i Destroyer nel 1995, per debuttare l'anno dopo con "We'll build them a golden bridge", con registrazioni casalinghe strettamente lo-fi. Ha in testa da sempre la fissa del David Bowie più melodico, quello liquido e pianistico del grande "Aladdin Sane" (1973). E' uno dei tanti artisti superprolifici visto che a parte i Destroyer è uno dei fondatori della creatura The New Pornographers, molto apprezzata dal pubblico canadese e non solo, con sei ottimi album all'attivo.
Pur molto impegnato con loro non si è però dimenticato dei Destroyer con i quali si era fatto vivo l'ultima volta con "Kaputt" (2011). Dal 2008 registra le sue cose con l'ottima Merge/Dead Oceans, etichetta che ha pure in catalogo artisti meravigliosi come il vecchio Bill Fay ed il giovane rampante Ryley Walker. Nei Destroyer insieme a Bejar, voce e chitarra ci sono Nicholas Bragg, chitarra, Tim Loewen, basso, Ted Bois, tastiere, Scott Morgan batteria, sax e Fisher Rose, vibrafono e tromba. Questo "Poison season" è la summa di una intera carriera, il disco perfetto che non sempre riesce anche al più smaliziato e navigato artista. Un disco che si presenta esternamente con una austera copertina e che è un omaggio alla città di New York. Traccia dopo traccia Daniel Bejar ci accompagna idealmente fra le strade della grande mela, in una sorta d'avventura musicale in 13 capitoli per circa 53 minuti di durata.
Vocalmente parlando e come armonie d'insieme il consueto accostamento con David Bowie vale fino ad un certo punto, in queste dodici tracce ritroviamo pure il sottovalutato Willie Nile, qualcosa del boss degli esordi e pure il Lou Reed di "New York". Il disco viene aperto (e chiuso) da Times square, poison season, proposta in due versioni differenti, la prima sembra una presentazione della New York notturna, la seconda è più orchestrale e quasi funerea. Dream lover potrebbe stare bene in uno dei primi dischi di Springsteen, non solo per il sax che fa molto Clarence Clemmons. Sono le ballate pianistiche che qui fanno la differenza, meraviglie come The river (il boss non c'entra), come Girl in a slang che rimandano davvero al sopracitato Bill Fay, con ricchi arrangiamenti, che sono impeccabili in tutto Poison season.
Times square, di nuovo, è una sorta di serenata notturna per la grande mela, in Archer on the beach Bejar canta come il miglior Peter Perrett, gli inserti fiatistici sono davvero sontuosi ed avvolgenti ed il piano di Ted Bois ricorda da vicino quello di Mike Garson sul bowiano Aladdin sane. Splendida ballad. Solace's bride e Bangkok (non quella di Alex Chilton) sono altre due lente e fascinose tracce, la seconda ha un crescendo vocale notevole con quel sax che accompagna Daniel fino a conclusione. Bellissima anche Sun in the sky, con memorie dei Talk Talk migliori, se non fosse altro per l'uso impeccabile dei fiati. Fine del racconto. A novembre i Destroyer saranno in tour anche da noi, con due date a Bologna e Milano. Il consiglio è superfluo. Del resto c'è poco da dire di un gruppo così, che, nella persona del suo leader, ci ha regalato una delle cose più emozionanti del 2015, sui livelli d'eccellenza del navigato compagno di scuderia Bill Fay. Forse è proprio l'uomo di Vancouver, Daniel Bejar, l'ultimo grande romantico in circolazione.
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