The Advisory Circle FROM OUT HERE
[Uscita: 15/12/2014]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Nelle note di presentazione del progetto The Advisory Circle, Jon Brooks scrive: “ricorda, l'elettricità non può essere né vista né sentita. E’ una forza invisibile e nociva che ci circonda ovunque siamo. Fortunatamente Advisory Circle è a disposizione per aiutarci a prendere le giuste decisioni”. Un bel biglietto da visita per uno dei progetti di punta della Ghost Box, etichetta che ruota intorno ad un mondo immaginario costituito da sonorità proto-elettroniche, documentari vintage anni ’70, visionarietà legate all’incubo atomico. Vicino a certi lavori dei Boards of Canada, Ghost Box e Advisory Circle portano alle estreme conseguenze il processo ipnagogico di costruzione del suono, smontando e riassemblando i puzzle dispersi della nostra memoria all’interno di nuovi spazi possibili. Il carattere retro futuristico di “From Out Here” prende consistenza con Triadex Logotone, brano realizzato con un vecchio sintetizzatore Triadex Muse del 1972, capace di riprodurre semplici melodie attraverso algoritmi deterministici. Il richiamo esplicito all’elettronica fantascientifica di John Carpenter (ultimamente oggetto di numerosissimi riconoscimenti) è evocato nel brano Escape Lane e nel successivo Vibrations And Waves, in cui una realtà apparentemente normale evoca orribili verità.
Upon Oakston e Causeway Ballet sviluppano paesaggi bucolici particolarmente rasserenanti, mentre From Out Here, Triadex Two Five Nine e Experiment! richiamano le ricerche pioneristiche dei primi sintetizzatori, restituendo la sensazione di quell’inadeguatezza che caratterizzava l’elettronica lo-fi nelle trasmissioni televisive degli anni ‘70. Jon Brooks costruisce un vero e proprio universo parallelo che raccoglie le sensazioni della vita quotidiana di quegli anni. Le splendide Discipline Before Data e Jessica Finds The Beach restituiscono un mondo sonoro magico reso ancora più affascinante dall’intenzionalità della nostalgia, mentre le atmosfere malinconiche di Winter Hours amplificano le inquietudini di un mondo sopraffatto dagli incubi nucleari. Le macchine hanno un ruolo decisivo nella costruzione sonora (si ascolti Sine Seeing), mentre la cadenza cinematografica è prevalente, per ritmo e melodia, in Cobol Landing e nella conclusiva The Walk Home. From Out Here è un intrigante viaggio ipnagogico che si apre a universi paralleli, caratterizzati da una normalità densa d’inquietudine. Un album consigliato.
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