Stefano Spataro (pseudo quartet) TRY/GIVE UP
[Uscita: 08/06/2015]
Stefano Spataro è un artista pugliese davvero versatile ed eclettico. Lo abbiamo incontrato come Solquest raccontando le vicissitudini dell’etichetta Lepers Produtcions e lo abbiamo incontrato nell’HysmDuo, oltre che per vie traverse attraverso tutti i dischi della sua valida label, appunto la Hysm? (Have You Said Midi?), fondata insieme a Jacopo Fiore. Questo suo disco racconta davvero l’essenza polimorfa del suo protagonista che per l’occasione si fa in quattro, suonando basso, chitarra, sax soprano e batteria. Un disco senza fronzoli che racconta la poesia e la bellezza dell’improvvisazione. Tutto è allestito come se si trattasse di una panoramica catturata in estemporanea da dentro una sala prove. Rumori, stacchetti, bassa fedeltà, fanno da cornice a quello che dovrebbe essere un abbozzo senza coordinate concettuali e pertanto incompiuto, spezzettato, slegato. L’effetto che ne risulta è invece una grande fluidità cinematica, una naturalezza e una spontaneità di grande compattezza e omogeneità.
Ogni strumento acustico entra in scena con un monologo che di volta in volta viene recuperato o sottolineato dagli altri. Ciò che colpisce è proprio la morfologia e l’incardinazione: spastica, morbida, graffiante, tesa, sinuosa, ma sempre profondamente vibrante, di questa interazione. Una regia che muove sapientemente i fili della fruizione emotiva di questo esperimento, una jam session tanto atipica quanto efficace e che risucchia l’uditore proprio dentro quell’anfratto da cui sta sbirciando, rendendolo secondo, indiscusso, coprotagonista. Viene riportato alla luce il grande impatto comunicativo ed espressivo della fusion e del free jazz (Try#1 - Humor In A Jugular Vein), in cui il sax diventa protagonista indiscusso, il noisy deforme e fibrillante ottenuto senza l’ausilio di strumentazione elettronica (Tempo Di Mostri, Fiume Di Dolore Pt.2), le atmosfere sospese psycho ambient di Try#5 - If There Were Dreams To Sell. Tutti i suoni sono registrati e sovra incisi in autentico spirito diy dallo stesso protagonista, così come l’artwork di Claudia Carabotta.
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