Redox 4.0 SEGMENTS EP
[Uscita: 01/06/2017]
A quattordici mesi dall’ottimo album “Positive Age” tornano Massimiliano Liverani e Riccardo Margarolo con circa mezz’ora di brani nuovi che procedono nella direzione dello svecchiamento del sound dei Redox. In “Segments EP” troviamo accanto a Liverani e Margarolo anche il bassista degli anni 1987-1988 Mauro Fasolo (ospite in “Positive Age”, oggi in pianta stabile) e al pianoforte e tastiere aggiuntive Paolo Alfani dei Brazil (la band anni ’90 di Margarolo), che dieci mesi fa è tornata sulle scene con “This Is Useful”. Il risultato di questi cambiamenti è che il nuovo EP suona come un ibrido tra le due formazioni piuttosto che come un nuovo lavoro di Redox: le composizioni e l’elettronica sono tutte di Margarolo, che in questo lavoro è il deus-ex-machina del progetto, curando anche arrangiamenti e produzione. Strumenti elettronici hardware + basso e chitarra conferiscono all’EP un suono decisamente più corposo e dinamico rispetto alle produzioni precedenti delle due band fiorentine. Sette pezzi, più caratterizzati dall’elettronica analogica di fine anni ’80/primi ’90 che dalla new wave, che riaffiora solo qua e là. L’EP è costituito principalmente da ballad belle e intense: l’opener strumentale Segments, la malinconica Endless Loop (in chiusura) e le centrali So Far (più vintage) e Inside (forse la meno coinvolgente).
Tra una ballad e l’altra troviamo episodi più incisivi: What I Want (brano electro-rock in cui raffinate melodie vocali contrastano con una granitica base electro-rock, quasi EBM, di vaga ispirazione Nine Inch Nails); la mid-tempo Opinions (influenzata dalla electro americana post-Kraftwerk, dall’hip-hop e dal trip-hop), molto bella, anche se piuttosto atipica rispetto al classico sound Redox; il singolo/video Anger, brano uptempo che ci rimanda ai bei tempi dell’acid-house e al suono dei Brazil, piuttosto che a quello dei Redox: una sorta di darkwave-house alla Xymox anni 1992-1994.
Tutte le influenze retrò convergono in un lavoro assolutamente moderno che ci fa dimenticare dell’EP uscito nel 1986 (nella foto sotto a destra: i Redox nel 1986): il riutilizzo dell’antico moniker è adottato strategicamente per richiamare l’attenzione del (sempre più distratto) pubblico sul lavoro dei tre musicisti che fanno (ancora) parte della band, ma le soluzioni musicali qui proposte tagliano completamente i ponti con il passato, proiettando il quartetto in una dimensione per nulla nostalgica e fortemente attuale. Un gran bel lavoro che a ogni riascolto svela nuovi dettagli e che quindi necessita di più ascolti attenti per essere apprezzato nella sua interezza. Per scelta, anche Segments EP è autoprodotto, ascoltabile e acquistabile sul bandcamp della band stessa. Il consiglio è di dare un ascolto senza pregiudizi e di recuperare anche le recenti produzioni.
Correlati →
Commenti →