Beck COLORS
[Uscita: 13/10/2017]
Stati Uniti
Ormai adusi ai repentini cambi di fronte di Mr.Hansen, non si può rimanere ancora granché stupiti. Tuttavia la nuova versione “dance” di Beck, comunque diversa da quella già declinata diciotto anni fa in “Midnight Vultures” (e all’epoca davvero rivoluzionaria, per un artista classificato nel filone lo-fi), risulta quanto di più lontano da ciò che ci si attendeva dopo una serie di dischi “normali”, nonostante le anticipazioni (Wow era già uscita su singolo, facendo azzardare una svolta verso l’hip hop). Una buona cosa, quindi, per un personaggio che ha fatto dell’eclettismo e del cambiamento continuo la propria cifra stilistica? Sì e no. Questo nuovo “Colors”, a tre anni dal buon "Morning Phase", non è un esercizio di stile interamente riuscito: Beck continua a saper scrivere un buon pezzo pop, e qui ce ne sono a iosa, ma la veste scelta nell’occasione lo rende simile a produzioni “già sentite.
E' così vanificato il potenziale di canzoni quali Square One (stesso titolo di un brano di Tom Petty, ovvero il primo autore di successo a interpretare Beck, ma in questo caso non si tratta di una cover), uno degli episodi più riusciti. Con una produzione più adeguata sarebbe stata un gioiellino, cosa che, invece, non salverebbe in nessun caso Fix Me, davvero poca roba per uno del livello del nostro. Anche i riferimenti beatlesiani (Dear Life) sono come filtrati dall’aggiornamento che già ne diedero tempo fa i Tears For Fears: niente di male, per carità, ma piuttosto derivativo. Tra gli episodi più votati al dancefloor si celano brani di pregio (No Distraction, gran pezzo à la Hall & Oates, Dreams, Seventh Sky, la title track), ma l’impressione rimane quella di un disco che scivolerà presto nel dimenticatoio, confuso tra lavori simili a nome Maroon 5 o Justin Bieber, benché di qualità superiore. Può risultare divertente per una notte di follie. Una sola, però. Peccato.
Video →
Correlati →
Commenti →