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18 Febbraio 2018 , ,

Curran - Schiaffini - C. Neto - Armaroli THE BIELLA SESSIONS

2017 - Dodicilune
[Uscita: 27/11/2017]

Stati Uniti - Italia     #consigliatodadistorsioni

 

Lo storico compositore americano Alvin Curran ci regala dei momenti di intensità 'leggera', carezzevole, negli intervalli delle note sovrascritte sui silenzi. Le registrazioni provengono dalle sessioni avvenute a Biella (il rapporto di Curran con l'Italia è sempre stato attivo sin dagli anni '60 dello scorso secolo) e rimandano a un personale prontuario stratificato nel tempo di composizioni dell'artista (From the Alvin Curran Fakebook è il sottotitolo di questo doppio lavoro). Al suo fianco, tra gli altri, vi è un altro pezzo di storia italiana, il trombonista Giancarlo Schiaffini, uno dei pionieri del free in Italia, che in questo disco diviene non solo colonna musicale nelle libere interpretazioni dei canovacci elaborati da Curran nel corso del tempo dagli anni '60 a oggi, ma si fa anche testimone del vissuto di quei lunghi periodi di fermento artistico. Così, il minimalismo si traspone in espressione free, i silenzi divengono spazi dilatati in cui esplodono lunghe sequenze programmate nell'elettronica di Curran. Tutto sembra muoversi attorno a un linguaggio codificato, ma in verità questo linguaggio prende forma esattamente nel momento stesso in cui viene 'detto', pronunciato, tirato fuori al di sopra di un non-detto che attraversa l'intera composizione e anzi ne è il ritmo pulsante.

 

Alle ripetizioni a sequenza, create non soltanto con l'elettronica ma anche col piano dello stesso Curran e col vibrafono di Sergio Armaroli, si avvicendano le emissioni 'istantanee' di singoli suoni dei fiati (il trombone di Schiaffini e i sax di Carvalho Neto). A concludere la prima parte di queste astrazioni compositive, interviene in A Room in Rome, ultima traccia del primo CD di "The Biella Sessions", una meravigliosa ballata nostalgica di Curran in solo piano da primo Novecento, con momenti di lieve crescendo. Nella seconda parte, una lunga proliferazione di suoni 'esterni' campionati e acustici (The Answer Is..., la prima traccia della durata di 33 minuti), crea un vortice musicale che si espande e si chiude continuamente. E poi, come se nulla fosse, il gioco si fa imprevedibile con un blues swingante (Don't Throw That Book at Me) e due intermezzi conclusivi che sembrano prendere le distanze da tutto quello che è avvenuto prima, come a dirci che fino a quel momento si era solo scherzato! 

 

Voto: 8/10
Sergio Spampinato

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