L'Avanguardia Moderna nella Musica Contemporanea Schönberg, Von Webern, Ives, Varese…
L’Europa: Arnold Schönberg e Anton Von Webern
La Musica d'Avanguardia (chiamata anche contemporanea o sperimentale) è lo sbocco più naturale della musica colta nata nel XIX e nel XX secolo in aperta opposizione alla tradizione romantica europea. Nel 1919, Paul Bekker aggiunse alla musica d'avanguardia anche la definizione di Neue Musik, stando a sottolineare il profilarsi di un periodo di rinnovamento radicale e irripetibile per la cultura sonora del tempo. Gli antefatti referenziali fanno capo agli atti tardo-ottocenteschi che portano i nomi illustri di Richard Wagner, Johannes Brahms e Claude Debussy, ancora rappresentanti di concezioni compositive dal gusto ricco, armonico e formale. Questo segmento artistico continua ad essere prolungato da musicisti come Gustav Mahler verso le nuove intuizioni della cosiddetta Seconda Scuola di Vienna, al cui interno si distinsero soprattutto Arnold Schönberg e Anton Von Webern, artefici primari dell'atonalità e della dodecafonia. Difatti, secondo quanto asserito dallo stesso Schönberg, il sistema tonale e le melodie wagneriane avevano raggiunto il loro limite massimo, e dunque bisognava introdurre nuovi concetti, quali la tonalità allargata e l'emancipazione della dissonanza, in modo tale da portare la scala a dodici note nonché a risultati più variegati.
L’America: Charles Ives ed Edgar Varese
Parallelamente a questa scena nel Vecchio Continente, dove si assiste a un ovvio esaurimento delle scelte impressionistiche parigine ed austriache in favore di un già citato espressionismo tedesco, l'America segue invece un percorso decisamente antitetico e ascensionale, fondendo folklore, jazz e cultura industriale in un ibrido senza precedenti. Ecco che allora si schiudono i battenti al Bruitisme, il pastiche caotico e pittoresco che troverà il suo maggior autore in Charles Ives. Originario del New England, Ives creò sinfonie particolarissime, iniettandole di tutti gli aspetti più conosciuti della cultura americana (ragtime, gospel, country, bande cittadine) frammisti al ritmo assordante ed indisciplinato della metropoli moderna. Si otteneva così una miscela esplosiva e poliritmica che difficilmente incontrò l'approvazione dei circoli europei, piuttosto sprezzanti in merito.
Il vero contributo offerto da Ives agli albori della Nuova Musica fu la possibilità di coniare un diverso tipo di coralità, intesa come partecipazione libera agli elementi eterogenei nell'approccio sonoro. Ma la figura torreggiante in termini di istituzione moderna del rumore fu senza dubbio il franco-americano Edgar Varèse. Varèse, allontanandosi dalle influenze parigine sul Nuovo Mondo, abolì sistematicamente la differenza tra suono e rumore, attraverso il loro pratico avvicinamento alla tecnologia e sottolineò moltissimo l'importanza capitale del timbro e del ritmo. È in questo modo che attua soluzioni davvero rivoluzionarie: un percussionismo anarchico e chiassoso, strumentazioni elettroniche, nastri pre-registrati con rumori quotidiani...Aveva persino preceduto Pierre Schaffer con la Musique Concrète e inaugurato la prima, vera Elettronica.
L’Avanguardia tra le due Guerre Mondiali – Il ‘miracolo culturale’ degli anni ‘50
Considerevole fu anche l'impatto che ebbero Igor Stravinskij e Sergei Prokofiev col loro Neoclassicismo Russo e Bela Bartòk, per la grande utilità che la Musica Popolare ricoprirà a posteriori nella Musica Colta. L'Avanguardia Modernistica, a buon rendere, si avvale principalmente di tutte le esperienze musicali del passato per giungere a scardinarne i dettami prestabiliti, nella volontà di pervenire invece ad esiti del tutto imprevedibili e originali. L'autentico punto di inizio delle correnti avanguardistiche può essere segnato tra le due Guerre Mondiali, quando esse dovettero scontrarsi in maniera più o meno diretta con le censure dei regimi totalitari nazisti e comunisti, riuscendo ad inserirsi in brevi parentesi di liberalismo o crollo del potere, così come in quei paesi dove non sussistevano blocchi dispotici, ovvero l'Inghilterra e la Francia. In genere, queste correnti si sono snodate in direzioni di filoni multipli e contrari fra loro, il cui apice viene indubbiamente a collocarsi nel secondo Dopoguerra. Centro propulsore di tali tendenze rinnovatrici è la città di Darmstadt, in Germania, dove l'Istituto Internazionale per la Musica diventa il luogo prediletto d'incontro per gli eredi dei padri seriali Webern e Oliver Messiaen.
Tra gli allievi di quest'ultimo spiccavano Iannis Xenaxis, Luigi Nono, Pierre Boulez ma soprattutto Karlheinz Stockhausen, la personalità forse più arditamente sperimentatrice del Novecento Europeo. Egli valicò i moduli tradizionali di composizione, lavorando principalmente sulla musica elettronica, l'aleatoria, e la spazializzazione. Gli anni '50 costituiscono quello che è stato definito dal critico Karl Schumann come “miracolo culturale”: sia Europa che America sono teatro di una fertilità di generi mai vista prima, tutti controcorrente, tutti estremi da una parte e dall'altra. Abbiamo così la Micropolifonia con Ligeti, il Minimalismo americano con i pionieri Riley, Reich, Glass e in Europa con Avro Pärt che lo applica alla musica religiosa, in Germania la Neue Einfacheit con Rihm e Bose, la New Complexity dei Settanta con Ferneyhough, Finnissy, e Lachenmann, il Neodadaismo, la Musique Concrète di Henry e Schaffer, la Musica Spettrale in Francia con Dufourt e Grisey (arduo menzionarli tutti!).
La Musica Sperimentale: John Cage
Tuttavia, l'impulso determinante alla musica sperimentale venne maggiormente da John Cage, che conquisto' in breve il comando carismatico della scena americana. Comincio' col comporre opere per pianoforte "preparato" e per percussioni; scopri' poi il rumore e la musica orientale; negli anni Cinquanta sferro' un massiccio attacco contro la tradizione occidentale e formulo' la teoria della musica "aleatoria", introducendo il caso come fattore compositivo; negli anni Sessanta, infine, adeguo' le sue concezioni della musica alle nascenti arti interdisciplinari, mutando il concerto in "happening" e creando la musica gestuale. Cage non è solo questo, ma è pure l'unico compositore a cui molti si ispirano per indeterminare e rendere quanto mai anti-convenzionale la pièce orchestrale, utilizzando peraltro una notazione assolutamente estranea ai canoni occidentali. Ad essa si ricollegano oltrettutto l'improvvisazione e quindi la “chance music” tipica del free-jazz, adottata anche dallo stesso Stockhausen. L'avanguardia in musica non consiste solamente in un mutamento straordinario delle metodologie compositive, ma anche nell'introduzione di strumenti insoliti e innovativi. In tal senso, è doveroso citare il russo nazionalizzato francese Leon Theremin, inventore dell'omonimo strumento nel 1927; in un'era in cui l'inneggiare alla macchina costituiva il massimo trend, il theremin rappresentò il mezzo fondamentale col quale generare sonorità teatrali ed effettistiche all'interno delle orchestre.
La Musica Contemporanea
Gli anni Sessanta sono forieri di un tocco sperimentativo ancora più accentuato e incalzante; a Cage infatti si aggiungono Boulez, Pousseur e Maderna con le loro “opere aperte”, sicchè la decostruzione e la multifonia si fanno sempre più presenti nell'esecuzione strumentale, che ormai richiede tecniche inedite e partizioni in fasce. A partire dagli anni Settanta e Ottanta, si apre invece un periodo di crisi generale, in cui gli artisti oscillano, secondo le propensioni personali, verso scelte stilistiche reazionarie che riprendono il “canonico rinascimento” oppure verso una spiccata tendenza all'individualismo auto-prodotto, fattore che sarà decisivo per il successo della laptop music, facendo largo uso di attrezzature midi e soprattutto del fortunoso sintetizzatore, portato in auge dal suo inventore Moog, in grado di riprodurre e, appunto, sintetizzare teoricamente qualunque tipo di suono. L'avvento del computer segna in maniera inevitabile la fine dell'era pionieristica e il profilarsi invece di un'inarrestabile flusso creativo per l'Elettronica, la quale sonderà i campi più svariati del suono e delle sue combinazioni fantasiose coi primordi del Rock 'N Roll (dub, dnb, electro, garage rock, etc.), in quella forma che vedrà la sua migliore immagine nella New Age, nella World Music e nei Solo-Projects.
Conclusione
Tutto quello che viene dopo è una rivisitazione di ciò che viene prima: chi chiamiamo genio in realtà è colui che ha la capacità di riprendere qualcosa reinventandola in maniera talmente originale da non poter essere sostituita da un altro simile. Ed avanguardia è anche ciò che sta davanti distruggendo parte del dietro.
Si ringrazia il sito Sfumature per avere gentilmente accordato il permesso di riprodurre l’articolo.