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1 Gennaio 2012

Sick Rose NO NEED FOR SPEED

2011 - Area Pirata
[Uscita: 2/11/2011]

Dell’innamoramento fulminante (o del ritorno di fiamma?) del front-man dei Sick Rose Luca Re per il power pop e per tutti gli ingredienti musicali che ad esso fanno capo avevamo scritto su Distorsioni già a maggio 2011, a proposito della sua esibizione con il side-project Teenarama insieme ai Beat di Paul Collins all’United Club di Torino: in quell’occasione i Teenarama avevano già eseguito due brani tratti dal nuovo “No need for speed”, uscito da poco per la benemerita etichetta Area Pirata, che tanto si sta adoperando (e meno male) per promuovere il garage ed il punk italiano del terzo millennio. Luca Re aveva anche scritto sempre in maggio per Distorsioni un personale exursus, una sorta di articolo propedeutico al Power Pop. “No need for speed”, il nuovo disco dei Sick Rose, prodotto splendidamente da Dom Mariani, è effettivamente un piccolo trionfo di solare, dinamicissimo e grintoso power pop (All wrong, How About You, Action Reaction su tutte): di questo trancio di rock, una delle sue più fulgide pagine tra i 70 e gli 80 americani, presenta tutte le tipiche e storiche caratteristiche, song (7 su 11 originali, due firmate Dom Mariani, una Billy Squier, una The Dixies) attraversate da fresche linee melodiche e armoniche, cori avvincenti, chitarre (Diego Mese e Giorgio Cappellaro) fragorose, potenti, ma all’occasione elegiache come nella dolce ballata finale After all it was you.

 

Una curiosità: nel simpatico video di Before You Go incluso nel cd oltre i Sick Rose fanno fugace apparizione affezionati frequentatori del giro rock garage torinese, tra i quali anche due collaboratori di Distorsioni. Quasi si stenta a credere che un disco così ‘positivo’ e radio-friendly, l’antitesi delle tendenze più morbose ed introverse del rock contemporaneo, sia potuto uscire dagli studi di una Torino così profondamente segnata negli ultimi anni nei suoi risvolti sociali, lavorativi ed economici. Si rimane combattuti tra due ipotesi: il power pop reinterpretato/riproposto con la forza dell’utopia, come reazione ad un contesto soffocante ed hopeless, o il suo rifiuto in toto con conseguente fuga consolatoria in un’estetica rock anacronistica. In ogni caso i Sick Rose propongono la loro nuova ‘bibbia’ con estrema convinzione, attingendo a una ricetta ben collaudata a piene mani, forzando forse un po’ troppo la dimensione melodica (non me ne vogliano), soprattutto nelle performances vocali di Luca Re, che in qualche caso (Pathetic girl) si avvicinano pericolosamente al velluto stereotipato di un Tony Hadley. Un disco in definitiva godibilissimo, frutto di un lavoro in studio certosino.

Pasquale 'Wally' Boffoli
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