Death Valley Girls GLOW IN THE DARK
[Uscita: 10/06/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Nell’anno in cui Jim Jarmusch pubblica un film-documentario sugli Stooges, “Gimmie Danger”, i maggiori poli urbani degli Stati Uniti, New York City e Los Angeles si sono svegliati al richiamo del proto-punk targato 2016. Il sottosuolo indie-rock ha sfornato band che omaggiano il rock più duro prima dell’avvento del punk o mentre stava arrivando. Band ispirate da Stooges, New York Dolls, Radio Birdman, Rolling Stones, Destroy All Monsters. Se a New York nomi della scena locale come quello di Margaret Chardiet si sono spesi in nome della causa, a Los Angeles le vibrazioni positive della California e del suo surf-rock degradano verso un riverberato garage rock dal sapore delinquenziale.
È il turno delle Death Valley Girls e della loro seconda fatica, “Glow In The Dark” (che segue “Street Venom” del 2014), un invito ad unirsi alla rivoluzione. Un tema caro alla gang formata da tre donne (Bonnie Bloomgarden, The Kid e Pickle) e un chitarrista solista (Larry Schemel) è quello della rivoluzione dei generi sessuali e di una totale parità tra di essi. Così rivendicano fieramente in I’m A Man Too, un pow-wow crampsiano imbevuto di flutti surf. In quanto a ferocia e cattiveria le tre ragazze non sono seconde a nessuno e intimoriscono in numeri stupendi come Seis Seis Seis o la title-track.
Disco strizza l’occhio al garage-rock più psichedelico, Death Valley Boogie non avrebbe sfigurato su “Slaughterhouse” della Ty Segall Band per isteria e ossessività espresse. Love Spell esplode nel ritornello saturo di chitarre, Horror Movie sembra ricalcare le gesta dei mai abbastanza compianti Destroy All Monsters, Summertime è un malefico mantra blues, Wait For You chiude in bellezza con assolo di tastiera e chitarra. L’unica traccia che non convince è la ondivaga ballata Pink Radiation , il cui incedere rallentato infrange i tempi di un album che vive all’istante di carica selvaggia. Death Valley Girls rinnovano il nostro amore per il rock’n’roll: un’alternativa a Runaways, Dum Dum Girls e Warpaint.
Video →
Commenti →