Non Voglio Che Clara L’AMORE FIN CHE DURA
[Uscita: 21/01/2014]
Non Voglio Che Clara sono da tempo un nome di punta della musica italiana, quella che unisce la profondità del suono cantautorale alla ricchezza del mondo cosiddetto “Alternative”. Il gruppo compie dieci anni di attività e giunge al quarto disco, dopo un radicale cambio di formazione, che vede adesso, accanto al leader Fabio De Min, Marcello Batelli, Martino Cuman e Igor de Paoli. Molti gli ospiti in questo disco: Giulio Ragno Favero, loro storico produttore, il violinista Rodrigo D’Erasmo e Paola Colombo dei Dilaila. L’iniziale Il complotto esemplifica perfettamente la sintesi musicale del gruppo: raffinati giochi di percussioni elettroniche accompagnano una melodia battistiana, e del resto il Lucio nazionale è esplicitamente citato. Uno dei vertici dell’album è Le anitre, bella melodia anni 70 e arrangiamenti cinematografici di piano elettrico, organo e chitarra. La malinconica Gli acrobati, tra accordi di chitarra e fiati bandistici ci ricorda Celentano. Alcune canzoni sono nella più tipica tradizione musicale italiana, come La sera, molto riuscita, o Lo zio.
Altre sono più esterofile, come nello staccato beatlesiano di La bonne heure o l’arpeggiata e ritmata I condomini, sulla falsariga di Belle and Sebastian, o la notevole, conclusiva La caccia, dalle orchestrazioni di largo respiro, ma è proprio la fusione di cantabilità italiana con soluzioni armoniche o di arrangiamento vicine alla sensibilità dei gruppi internazionali l’aspetto vincente del disco. I testi sono improntati al rapporto uomo donna, soprattutto amori finiti, mancati, delusi o che si trascinano stancamente, fino al bellissimo ritratto di solitudine de Lo zio. Colpisce il recensore come autori di canzoni ancora giovani come De Min, Bianconi, Dente, Pardo e Palazzo, appaiano tutti pessimisti e delusi. Non è una critica, sono tutti compositori che apprezziamo molto, evidentemente la società attuale è tale da portare gli artisti alla disillusione, o forse sono i musicisti che sentono di più il male di vivere della società postmoderna su cui autori come Baumann o Benasayag hanno scritto centinaia di pagine. Per concludere, il disco è bello, anche se il primo lavoro dei Non Voglio Che Clara ci piace ancora di più. Non ci piace invece la copertina, ci sembra troppo respingente.
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