Iron Monkey 9-13
[Uscita: 20/10/2017]
Inghilterra
Fedeli a un noto topos musicale i superstiti Iron Monkey, a quasi venti anni di distanza dal loro scioglimento nel 1999, devono aver alzato il telefono e organizzato la putrida reunion che ha portato alla registrazione di "9-13". Dei vecchi Iron Monkey manca, come è noto, la voce e la brutalità narrativa di John Paul Morrow, stroncato da un colpo apoplettico nel 2002; alla formazione originaria, accanto a J. Rushby e S. Watson, si aggiunge S. Briggs che aveva avuto una breve esperienza nel non esaltante progetto dei My War al quale aveva partecipato lo stesso Marrow.
Fedele alla tradizionale passione di Iron Monkey per la parte più vile di alcunché, “9-13” non delude le aspettative e ci regala ancora quel felice ruzzolare nella melma che li ha resi oggetto di culto. Da questo punto di vista il disco regala esattamente ciò che il nome prometteva, sporca violenza a bassa intensità. La sorpresa è la insospettabile abilità tecnica esibita nell’esecuzione dei brani; Crown of Electrodes è emblematica della scelta fatta dalla band di non limitarsi a grufolare tra le corde di una chitarra elettrica qualsiasi, ma affilare riff e non colpire nel mucchio alla cieca. Sulla stessa linea sembra la scelta di rallentare e appesantire il suono macinando sensibilità doom come nella apocalisse finale di Moreland St. Hammervortex.
Ci vuole una certa dose di coraggio per proporre un impasto di sostanze di scarto che dia addirittura l’impressione di essere pensato, e la rincorsa spiraliforme di Toadcrucifier - R.I.P.PER in grado di elevare al massimo grado di perfezione l’incontro tra una certa inesauribile attitudine punk e la veemenza hardcore. In questo il tempo sembra non esser passato e ciò rappresenta ciò che il disco ci propone di buono, ma anche ciò che lo rende meno appetibile; gli appostamenti sonori alla lunga diventano ripetitivi e dopo venti anni di appostamenti il lupo cattivo fa quasi tenerezza nella sua bolsa ferocia. Istruttivo a tal proposito è lo sludge/doom che ha reso immortali gli Iron Monkey e che occhieggia spietato in Doomsday Impulse Multiplier e nel quale non incontriamo né più né meno quello che ogni essere bipede implume avvezzo al disgustoso genere sa di dover trovare, vale a dire una buona dose di sozzure tirate giù alla rinfusa, uno screaming tanto estremo da lasciar viva immagine dello scrostamento glottideo, l’uso atto a offendere delle sei corde. Detto altrimenti “9-13” non aggiunge nulla né alla storia dello sludge metal né a quella a suo modo gloriosa degli Iron Monkeys; ma neanche toglie alcunché nella sua enorme potenza d’esecuzione e coerenza ideologica, verrebbe da dire. È allo stesso tempo vero che rispetto a ciò che negli ultimi anni ci è toccato in sorte dalle parti dei liquami sonori, questo disco è un toccasana di elementare bellezza.
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