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11 Gennaio 2021

Moltheni Senza Eredità

2020 - La Tempesta Dischi
[Uscita: 11/12/2020]

È un ritorno solo apparente quello di Umberto Maria Giardini nelle vesti di “Moltheni”: il cantautore marchigiano ha da subito fatto presente l’intenzione di chiudere definitivamente il cerchio con il progetto che lo portò alla notorietà nazionale nell’arco di tempo compreso fra il 1998 ed il 2010, recuperando per il suo pubblico una splendida manciata di canzoni rimaste nel cassetto per motivi non meglio precisabili. Poco importa tutto questo per il pragmatico Umberto Maria Giardini, che come sempre si è limitato a fare nel migliore dei modi ciò che dentro di sé sentiva giusto, facendoci riassaporare la sua vena cantautoriale più pura ed essenziale, spogliata dalle venature rock e alternative dei suoi ultimi progetti solisti. “Senza Eredità”, a distanza di dieci anni, riesce con tutta naturalezza ad essere un disco in puro stile Moltheni al 100%, riprendendo le fila di un discorso che sembrava non essersi mai interrotto per chiuderlo una volta per tutte. Un lavoro sentito che tocca le corde più profonde dell’ascoltatore, in cui il cantautore emoziona con la sua intensa ed assolutamente unica vocalità, unendo come solo lui sa fare naturalezza e ricercatezza, con un risultato barocco, sacrale e selvaggio allo stesso tempo. Possiamo domandarci all’infinito come mai brani struggenti come La Mia Libertà, Estate 1983, Spavaldo o Me Di Fronte A Noi siano riusciti solo oggi a finire su un LP: non avremo mai una risposta dall’autore, che sibillino ma in tutta sincerità ci lascia solo intendere di aver portato a compimento la propria opera. Mistero e fascino ancora una volta contribuiscono alla riuscita di un lavoro che nella sua brevità di soli 31 minuti per 11 canzoni riesce a colpire nel segno senza troppi fronzoli. Ogni nota e parola è in ordine ed è davvero un senso di completezza e piena realizzazione quello che traspare all’interno di quest’opera. Forse la chiave di lettura più esatta risiede nel titolo stesso del disco: nominando lapidariamente “Senza Eredità” il proprio ultimo lavoro come Moltheni, Umberto Maria Giardini ci dice nel modo più franco ed essenziale che questo importante capitolo della sua storia artistica si è concluso, senza lasciare postille né eredi in grado di proseguire quella che possiamo senza timore di contraddizione definire come una delle più belle e toccanti avventure musicali nel panorama italiano. Non resta che attendere nuovi brani, progetti ed incarnazioni del genio e della sensibilità di un cantautore unico, che nel frattempo è riuscito a concludere con il consueto perfezionismo il più noto capitolo della propria carriera musicale.

Voto: 8/10
Fabio Rezzola

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