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9 Maggio 2013

Kevin Cummins Manchester. Suoni e visioni da una città.

2012 - NdA Press

manchesterlibroSe lo si incontrasse per strada a Manchester, Kevin Cummins sarebbe colui che ha fotografato  “la rivoluzione”, musicalmente parlando. Se si andasse a qualche sua mostra non ci si dovrebbe sorprendere di trovare foto e ritratti delle più importanti band della storia del punk, della new wave britannica e del rock alternativo: Buzzcocks, The Fall, Joy Division, New Order, The Smiths, Happy Mondays, The Stone Roses, Oasis. Si, perché Kevin Cummins fu testimone e figura di riferimento di anni di vivace fermento. E da caporedattore dell’NME, è stato capace di catturare meglio di chiunque altro l’essenza e lo spirito della Manchester di fine anni 70, inizio anni 80, spesso andando anche oltre i concerti e la vita notturna. Suoi i ritratti degli artisti più importanti dell’epoca, da Ian Curtis a Morrissey, giungendo ai fratelli Gallagher, sempre di sua proprietà le immagini di una città di operai e fabbriche in cerca di riscatto. Ma se lo si incontrasse per strada, non si direbbe proprio che sia stato il fotografo di un’epopea cosi grandiosa in una città cosi misera.

 

Quella Manchester cupa, austera e grigia, la città d’Albione sotto scacco a Margaret Thatcher che non lasciava trapelare nulla di talentuoso o artistico. Cosi dobbiamo ricordarla almeno fino al 4 giugno 1976: data simbolo per una generazione di artisti, manager, produttori e personaggi più disparati che cambiarono la musica. I Sex Pistols proprio quel giorno suonarono alla Lasser Free Trade Hall davanti a 35 persone. Ma nonThe-Fall-007 stiamo parlando di persone qualsiasi: lo stesso Kevin Cummins, Tony Wilson il futuro re della Factory Records, Peter Hook e Bernard Summer dei Joy Division poi New Order, Howard Devoto e Pete Shelly dei Buzzcoks (Devoto poi nei Magazine), Morrissey degli Smiths. Riassumendo, i futuri protagonisti della scena musicale di Manchester riuniti tutti nello stesso posto davanti ai Pistols. Insomma, “Manchester voleva i Sex Pistols, e dopo quel concerto chiunque fosse abbastanza giovane e folle da poterselo permettere spese il resto del suo tempo a fare musica, a fare piani, a creare una rivoluzione, che ne fosse in grado o meno, non per diventare una rockstar, semplicemente perché non poteva farne a meno“.

 

Che cosa è successo dopo è storia. Kevin Cummins fotografa suoni e visioni di una città che per la prima volta nella storia si lascia avvolgere dalla sua “scena culturale“. Le cose importanti accaddero in quel breve lasso di tempo, dalla nascita della Factory Records nel 1978 ad opera del giornalista e visionario Tony Wilson, alla nascita di band seminali e personaggi leggendari (le cui biografie vengono snocciolate a grandi linee nel libro), al party continuo, alla folle generazione chiamata Madchester.  Due epoche differenti ma joy division libroaffini per impatto a livello globale: la prima quella degli Smiths, la New Wawe, e il post punk, la seconda quella della musica house ed acid house ballata nei locali, i party, il night clubbing e la cultura dei rave. Happy Mondays e Stone Roses a trainare il carro. Fino alla nuova generazione di musicisti mancuniani che avrebbero in poco tempo cambiato nuovamente le carte in tavola (Oasis).  Testimone di eccezione, Kevin Cummins regala un viaggio di fotografie in un luogo che rinasce e vive attraverso la musica… da sempre. Essenziale. 

Matteo Giobbi.

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