MOSTRE – “Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte” 18 Luglio 2018 - 24 Febbraio 2019, Reggia di Venaria, Venaria Reale (Torino)
"Una corsa oltre l’infinito. Le moto si possono considerare delle autentiche creazioni d’arte"
Esattamente vent’anni dopo "The Art of Motorcycle", la grande mostra del Guggenheim Museum di New York che segnò un record assoluto di visitatori, arriva a Torino “Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte”, una mostra dedicata al mondo delle due ruote. Curata da Luca Beatrice, Arnaldo Colasanti, Stefano Fassone e ospitata alla Reggia di Venaria negli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane, ha aperto al pubblico il 18 luglio 2018 e proseguirà fino al 24 febbraio 2019.
Tanti i modelli di motociclette esposti a Venaria, diversi evocano film leggendari, come il chopper di "Easy Rider", la Triumph Bonneville che Steve McQueen guidava ne "Il selvaggio". Oppure i bolidi da gran premio, la MV Agusta di Giacomo Agostini, la Yamaha di Valentino Rossi e la Ducati di Casey Stoner. Altri veicoli fanno un tutt’uno con il viaggio e l’avventura: la mitica Vespa di Bettinelli che ha percorso 24.000 km da Roma a Saigon, le special che hanno attraversato il deserto di sabbia della Parigi-Dakar, e ancora enduro, trial, nastri d’asfalto.
(nella foto -1969: La cantante francese Francoise Hardy in sella ad una motocicletta. (Photo di Reg Lancaster/Express/Getty Images)
Oltre cinquanta modelli di moto dialogano con opere d’arte contemporanea, tra riferimenti espliciti e suggestioni indirette. Tra i nomi degli artisti, Antonio Ligabue con l’"Autoritratto sulla moto" (1953, nella foto a sinistra), Mario Merz con "Ac-celerazione=sogno" (storica installazione esposta i diversi musei a partire dal 1972), Pino Pascali con "9mq di pozzanghere" realizzati nel 1967 un anno prima della morte.
E ancora: Alighiero Boetti, "Rosso Guzzi" e "Rosso Gilera" (1971), la grande scultura "Vejo" di Giuliano Vangi (2010), le fotografie inedite di Gianni Piacentino "High Speed Memories" (1971-1976) che testimoniano la sua attività nelle corse in sidecar e la scultura "Self Portrait Race" (1991-1993). Autentica chicca sono i dipinti di Paul Simonon, ex bassista dei Clash, appassionato collezionista di moto.
rimane e rimarrà il più grande film prodotto (con poche migliaia di dollari) capace di donare emozioni uniche ogni volta che lo rivedi
sono d’accordo con te Domenico, con una colonna sonora immortale. Grazie per il tuo commento.
Pasquale Boffoli, dir.edit.art. distorsioni webmagazine