Paul McCartney McCartney III
[Uscita: 18/12/2020]
Lockdown ispirato anche per Paul McCartney, che pochi mesi dopo l'annullamento delle date del “Freshen Up Tour 2020” ha sorpreso gli addetti ai lavori con l'annuncio e la pubblicazione in pieno periodo natalizio di “McCartney III”, un vero e proprio one-man-record come i due predecessori, registrato dall'ex Beatle nei suoi studios domestici. Atmosfere e sound cambiano drasticamente rispetto al complesso e riuscito “Egypt Station”: l'ultimo disco di Sir Paul è difatti un'opera in cui il nostro ritorna all'essenziale in maniera brillante ed ispirata con undici brani inediti. L'isolamento dell'artista nelle campagne del Sussex ha certamente influenza il mood bucolico e folk del disco, che rinuncia ad ogni affinamento patinato in nome di una registrazione a tratti assai cruda, mirata ad esaltare quelle melodie in puro “stile McCartney” capaci di rendere unico ed inconfondibile anche questo suo diciottesimo album. Oltre alla classe senza tempo del McCartney solista, troviamo almeno un paio di inevitabili echi Beatlesiani, che fanno capolino proprio nei due brani di maggior stampo rock, ovvero “Lavatory Lil” e “Slidin'”. L'elemento folk si fa sentire invece in tutto il resto del disco, emergendo prepotentemente negli arpeggi della traccia d'apertura “Long Tailed Winter Bird” o nelle solari melodie di “Pretty Boys”, nell'evocatività nebbiosa della lunga “Deep Deep Feeling” (8' 25”!) o ancora nella conclusiva suite “Winter Bird / When Winter Comes”: l'impressione suscitata da questi brani è proprio quella dell'artista intento a contemplare la natura durante questi mesi, assistendo stupito alla sua rinascita favorita dallo stop delle attività umane. Non mancano certo brani pop/rock dal grande potenziale radiofonico: il single “Find My Way”, in cui il settantottenne Paul mostra una grinta invidiabile da molti giovani artisti, o ancora quelle classiche ballate dalla bellezza commovente quali “The Kiss of Venus” o “Women and Wives” ci mostrano un McCartney ancor oggi in grado di dire la sua, con l'entusiasmo di un giovanotto desideroso di stupire con la sua bella musica. Fa molto riflettere questo disco, che sembra a tutti gli effetti la dimostrazione del fatto che la semplicità a livello di produzione esalti al meglio entrambi gli aspetti compositivo ed esecutivo: pur disponendo innegabilmente di importanti mezzi, sembra quasi che Sir Paul abbia voluto dare ancora una volta saggio della sua maestria, mostrando a tutti come anche con una produzione essenziale si possa dar vita ad un grande disco. I risultati parlano chiaro, con “McCartney III” che quasi inevitabilmente entra in loop sullo stereo dell'ascoltatore, con undici canzoni di stampo classico ma dotate di una freschezza e di una benefica e positiva energia. Per Sir Paul un lavoro di primo acchito minore che si rivela via via sempre più prezioso, lasciando ancora una volta il segno dopo oltre sessant'anni ci carriera.
Video →
Correlati →
Commenti →