Fuochi d’artificio in pieno giorno Yinan Diao
Uscita italiana: 23 luglio 2015; Produzione Cina 2014; Durata: 106'; Sceneggiatura:Yinan Diao; Fotografia: Jingston Dong; Montaggio: Hongyu Yang; Cast: Liao Fan, Lun Mei GWEI, Xubeing Wang, Jingchun Wang, Yu Ai Lei.
Festival di Berlino 2014: Orso d'Oro come miglior film e Orso d'Argento a Liao Fan come miglior attore.
Un'uscita nelle nostre sale quantomeno insolita – in estate e oltre un anno dopo l'Orso berlinese – per il noir in salsa cinese "Fuochi d'artificio in pieno giorno", proprio nel bel mezzo della grave crisi finanziaria che in queste ore sta colpendo la seconda economia mondiale. Siamo nell'anno 1999 in una grigia città industriale nel nord della Cina: l'ispettore di polizia Zhang Zili (Liao Fan) indaga su un omicidio nel quale un uomo è stato fatto letteralmente a pezzi dall'assassino e alcuni operai ne rinvengono parti anatomiche nel carbone della loro miniera. A seguito di uno scontro a fuoco con alcuni sospettati Zhang viene ferito e due suoi colleghi uccisi: l'avvenimento sconvolge talmente l'ispettore al punto da indurlo a lasciare la polizia. Lo ritroviamo cinque anni dopo, nel 2004, mentre ubriaco dorme sul marciapiede di una strada innevata: un presunto soccorritore gli ruba la moto lasciandogli in cambio uno sgangherato motorino. L'ormai alcolizzato Zhang Zili si sente sempre più inutile, pur continuando sporadicamente a collaborare, da agente privato, coi suoi vecchi amici poliziotti.
E alcuni casi cui indaga la polizia contengono le stesse macabre modalità dell'irrisolto omicidio del 1999. Unico comune denominatore: tutte e tre le vittime maschili erano in contatto diretto - uno era il marito, gli altri amanti – con la misteriosa Wu Zhizhen (Lun Mei GWEI), commessa presso una piccola lavanderia. Prendendo come pretesto il lavaggio di alcuni vestiti Zhang inizia a frequentare la lavanderia, riannodando, quasi casualmente, i fili dell'intreccio restando a sua volta fatalmente attratto da Wu con la quale inizia un ambiguo rapporto. E' difficile comprendere se l'ex poliziotto è mosso dal dovere (la risoluzione del caso) o dal morboso desiderio provato per una donna che lo coinvolge lentamente ma inesorabilmente. Riuscitissime in tal senso due momenti del film: nel primo Wu passeggia sulla strada e “tradisce” l'assassino (?), forse un ex anch'egli, consegnandolo indirettamente alla polizia mentre lei si nasconde. Inoltre, nel finale del film, i fuochi d'artificio dal tetto di un palazzo coronano, comunque, una seppur anomala, sofferta e strampalata, storia d'amore: quella tra Wu e Zhang.
Il regista Yinan Diao realizza un'opera che rimanda a certi noir classici hollywoodiani e sicuramente, non solo per la neve, a "Fargo" dei fratelli Coen. Ma più degli intrecci, più della caccia all'assassino, delle ambientazioni, della trama e della bellissima fotografia, il viaggio cui i due antieroi - un ex poliziotto alcolizzato e una lavandaia - accompagnano lo spettatore (soprattutto occidentale) resta nella memoria soprattutto per certe scene di spartanissima vita quotidiana che sembrano mutuate dai romanzi di Qiu Xiaolong: l'uso ricorrente del cibo consumato rumorosamente (i semi dell'anguria addirittura sputati a terra), le modeste abitazioni, i misurati riti funebri, gli improvvisi scatti d'ira o di violenza, l'arricchimento di alcuni imprenditori in precedenza operai. In una parola Fuochi d'artificio in pieno giorno rappresenta attraverso i gesti e i comportamenti individuali la metafora del grande passaggio “dal comunismo al consumismo” (dal collettivismo all'individualismo) iniziato con Den Xiaoping negli anni ottanta (altro tema caro a Xiaolong) e le cui contraddizioni sociali, economiche e psicologiche risultano, come dimostra la più stretta attualità, irrisolte e di difficile soluzione per la popolazione cinese.
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