Migliora leggibilitàStampa
10 Luglio 2016 ,

Beach Slang BROKEN THRILLS

Uscita: 27 Aprile 2015 - Autoproduzione

Stati Uniti

 

R-6953933-1430308364-8534.jpegDopo aver dato al mondo due microscopici EP della durata di poco più di 11 minuti cadauno, come non approdare ad un lavoro sulla “lunga” durata? Ma siccome il mondo non si è accorto (quasi) di nulla, meglio riproporre i suddetti EP unendoli in un unico record, provando a dare un pizzicotto al pianeta rimasto “sordo” all’evento: il primo LP dei Beach Slang prende così forma; 8 pezzi che vorrebbero quantomeno graffiare, almeno negli intenti. Quasi 23 minuti che volano via apparentemente in un batter d’occhio e che segnano la voglia del cantante James Alex Snyder (ex Weston) di dar sfoggio ad un progetto tutto suo. Dal suo esordio sulle scene sono passati più di 20 anni, eppure i testi ancora trasudano adolescenza, tematiche adatte a chi vuol restare attaccato al mondo del divertimento, della notte che non finisce mai, al “facciamo casino”. Il tutto raccontato principalmente dal punto di vista del musicista che vive il live dal palco.

Ed è così che le sonorità assimilabili ai Replacements trovano una coabitazione con il punk adolescenziale dei NOFX. La ripetitività è forse il difetto maggiore di questa raccolta di anatemi per teenager: le prime quattro tracce, melodiose e sufficientemente coinvolgenti, non sono altro che la riproposizione della stessa song mescolando di volta in volta gli ingredienti senza slangmutarne eccessivamente la forma. Su tutte si erge l’anthem Punk or Lust, che ambisce ad essere un nuovo manifesto punk/hardcore. Le restanti quattro, pubblicate nel secondo EP, danno l’indizio di un’evoluzione compositiva in atto: la parti strumentali sono maggiori, anche se ovviamente ancora ridotte all’osso, ma la crescita del gruppo è innegabilmente tangibile; All Fuzzed Out, Dirty Cigarettes e American Girls And French Kisses sono tracce punk/rock di tutto rispetto e rappresentano la maggiore variazione (o tentativo di variazione) rispetto al resto. Segue il vero pesce fuor d’acqua, We Are Nothing, che con accompagnamento acustico privo di batteria chiude all’insegna di una slang1consapevole cupezza pensando agli anni passati “...We got young and, baby, we did it right”.

Qualcosa è cambiato, ma non l’attitudine priva di speranza: sono passati due decenni, amici, sesso, droghe, ma James Alex Snyder è ancora qui a produrre ciò che sente da quando era ragazzino. Difficilmente i Beach Slang stravolgeranno le classifiche di vendita, come difficilmente metteranno alla luce un capolavoro che unisca critica e pubblico, ma il minimo salto di qualità avvertito nella seconda parte dell’album ci dà la seppur minima speranza che il prossimo LP sia un lavoro più convincente. 

Voto: 5.5/10
Davide De Marzi

Audio

Video

Inizio pagina