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15 Novembre 2012

Enrico Merlin 1000 DISCHI PER UN SECOLO 1900 ►► 2000

2012 - Il Saggiatore, Milano

1000dischi_MERLINNon è un catalogo, non è la solita lista, o l'elenco degli elenchi, dei The Best of…, o dei Definitive…, delle Complete Edition, dei remastered, o dei cento dischi da portare nella solita isola sperduta. Quello che Enrico Merlin ha compiuto è un viaggio planetario, autentico e non immaginario, tradotto in un libro che chi scrive ha avuto il privilegio di annusare, scandagliare, guardandone la copertina in controluce: un vinile nero e un cd, quasi abbracciati, che racchiudono blues, classica, jazz, rap, rock, pop e questo commento è il primo di una serie di riflessioni che questo volume dovrebbe suggerire a chi pretende di sapere tutto (o quasi) della musica incisa e fruibile del XX secolo. Enrico sembra entrare subito in un labirinto sonoro, con una bussola precisa e ferma; o rifugiarsi in una vecchia biblioteca musicale dismessa, con enormi scaffali e mille cassetti da aprire uno ad uno. 

 

enrico merlin

Enrico Merlin

La suggestione del viaggio è troppo forte per limitare qui le idee che avvolgono l'immenso creato sonoro che abbiamo lasciato alle spalle una dozzina di anni or sono: quella di Merlin è una sfida autentica, il sogno coronato in due anni di fatiche, di scalate, di traversate, di ritorni e ripartenze: lui, che ha toccato tutti gli angoli riposti degli intrecci, delle connessioni, dei rimandi tra e verso le musiche che hanno segnato le vicende e la civiltà degli uomini nel secolo più feroce della storia, quella storia intesa anche come scandalo perenne (a volte anche musicale). Trasversalità, tracce e sottotracce, influenze: solo la cronologia, scelta dall'autore come trave portante, spiega equazioni come «Igor Stravinskij = Miles Davis = Jimi Hendrix» o aggiunge nuovi parametri sonori a «melodia, armonia, ritmo» quali «timbro, dinamica, espressività» (e che si fondono nell'«interplay»), sino a stabilire che «Il suono di Jimi Hendrix non lo puoi trascrivere in partitura!».

 

Sono questi i sassi che Merlin lancia nello stagno che incontra subito nel suo attraversamento della storia, ma senza affondare nelle sabbie mobili di analisi trite e risapute, o delle storie ritenute esaustive di questo o quel linguaggio musicale, dove l'autoreferenzialità gioca brutti scherzi (refusi compresi). Di qui, e da una spietata e approfondita analisi del «suono», il libro traccia orizzonti musicali e di «generi» arcinoti e impensati, che si avvolgono tra loro per formare arcobaleni improbabili nella loro fusione cromatica, stabilendo, una volta per tutte, che anche la storia della musica sfugge a canoni interpretativi consolidati e immutabili o ingabbiati da teorie e analisi ritenute "definitive". Ed è così che il fattore «X», nell'analisi dell'autore, si traduce nell'importanza dell'interpretazione, come cifra inspiegabile scientificamente. 

 

igor stravinskijIl criterio cronologico viene integrato con altri parametri di valutazione per l'impostazione complessiva del lavoro: un grappolo denso e multiforme di artisti che hanno il compito di reggere tutta la storia della musica del XX secolo; l'elenco è lungo, ma è un filo tenace che vorrei esporre per intero: Debussy, Schoenberg, Webern, Bartók, Stravinskij, Ellington, Sinatra, Monk, Cage, Davis, Stockhausen, Mingus, Rollins, Sun Ra, John Coltrane, Ornette Coleman, Bill Evans, Dylan, Beatles, Rolling Stones, Shorter e Zawinul (e Weather Report), Zappa, Hendrix, Pink Floyd, Neil Young, Fripp (e i King Crimson), McLaughlin (e Mahavishnu Orchestra), Brian Eno, Ry Cooder, Gabriel (e i Genesis), Jarrett, Metheny, Zorn. E' nella passione che Enrico fonda il suo impegno nel colmare lacune che l'editoria musicale (non solo italiana) ha lasciato irrisolte: tutta la musica del '900, analizzata ed esposta senza steccati linguistici e che si proietta oltre la linea di confine storica del passaggio al nuovo millennio con le nuove tecnologie: dal vinile al cd, l'ascolto è senza soluzione di continuità.

 

John Coltrane - A Love SupremeEnrico Merlin (e con lui la casa editrice di Luca Formenton) hanno il merito di aver creduto in un lavoro altamente innovativo non solo per la cultura musicale in Italia: come auspica Steve Berkowitz (produttore Sony/Legacy) nella quarta di copertina  «… pubblicate questo libro in inglese!». E noi, mentre "1000 Dischi per un secolo 1900 - 2000" lo crediamo un capolavoro editoriale, lasciamo che altri trovino refusi, assenze, scelte discutibili: mentre sul piatto, con il fruscìo della puntina ricomincia un altro giro di suoni, pensiamo a Enrico, che riordina i vinili, i cd, i nastri, nella sua grande e autentica discoteca umana. 

Luciano Viotto

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