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3 Ottobre 2020 ,

Osees Protean Threat

2020 - Castle Face Records
[Uscita: 18/09/2020]

Se di John Dwyer ne avete avuto abbastanza, dovrete aspettare la fine del 2020 per poter tirare un sospiro di sollievo. L'uomo più prolifico del rock underground americano ha infatti annunciato non solo l'EP “Metamorphosed”, in uscita il 16 ottobre per Rock Is Hell, composto da materiale scartato dalle sessioni di “Face Stabber” (2019), ma anche un album di remix di “Protean Threat”, “Panter Rotate” in uscita a dicembre via Castle Face e un 12" contenente quattro pezzi inediti dal nome "Weirdo Hairdo". Insomma Osees per tutte le stagioni, a partire da un autunno che si preannuncia tutt'altro che morto per la band californiana. Li avevamo lasciati l'anno scorso alle prese con le lungaggini di “Face Stabber”, in una sorta di confusione massimalista che comprendeva di tutto: dagli assalti punk a distensioni elettroniche, passando per kraut, prog, hard, jazz, degna conclusione di un percorso iniziato con “Orc” (2017). John Dwyer è famoso però per la sua attitudine all' irrequietezza e aspettarsi un seguito alla trilogia di album degli ultimi anni sarebbe stato troppo ingenuo: “Protean Threat” si pone invece come un nuovo step nel percorso degli Osees, in cui le istanze più colte e dissonanti sono state assorbite in un garage-punk muscolare e scintillante. La presenza di Tom Dolas si rivela sempre più essenziale per riempire di rumorismo elettronico e scorie di synth i brevi pezzi dell'album, mentre l'asse ritmico Rincon-Quattrone-Hellman risulta più serrato di sempre, pronto a seguire il frontman nei suoi guizzi free-rock. Non di solo garage-punk vive l'uomo, però: se da una parte abbiamo un ventaglio di pezzi che per tiro e pesantezza sono in grado di spazzare via una carriera ventennale tra le file del garage-rock (Scramble Suite II, Dreary Nonsense, Terminal Jape, Mizmuth, Persuaders Up!) dall'altra Dwyer sciorina perle di disturbante kraut-funky in stile Can, da sempre punto di riferimento per la band (Upbeat Ritual, Red Study, Said The Shovel, Toadstool, Gong of Catastrophe). Nei 39 minuti scarsi di “Protean Threat” c'è però anche tempo per squarciare i cieli con episodi di punk del futuro (Wing Ruin, Canopnr '74) o un assurdo boogie demoniaco (If I Had My Way). Si avverte in “Protean Threat” un senso politico, mai negato da Dwyer ma neanche manifestato espressamente, che buca il velo della tendenza alla distopia  psichedelica degli Osees, portando sul piatto i detriti di un mondo allo sbando e la cura per l'insensatezza della vita moderna: un disco di “canzoni punk” (leggere le note dell'album potrebbe essere illuminante in questo caso) e la consapevolezza che il futuro ci troverà sempre dalla parte degli Osees, giusta o sbagliata che sia.

Voto: 7.5/10
Ruben Gavilli

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