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1 Aprile 2020

L.A. Takedown Our Feeling Of Natural High

2020 - Castle Face Records
[Uscita: 13/03/2020]

Castle Face Records ha riservato a vibrazioni elettroniche retrò, synth-pop, droni e ambient nel primo quarto di questo anno così turbolento, ma già lo avevamo previsto nella recensione a “Goodbye, Blue Sky” di Mr. Elevator. Annunciato a gennaio, l'esordio di Aaron M. Olsen su Castle Face a nome L.A. Takedown si inserisce nelle pieghe più sognanti del nutrito catalogo dell'etichetta di Pasadena, a far compagnia al già citato Tomas Dolas (Mr. Elevator), Mikey Young, Apprentice Destroyer. Proprio con quest'ultimo, Olsen sembra avere un punto di contatto in ordine alla sovrabbondanza di chitarre e synth, declinati differentemente: definita “baywatch krautrock”, la musica di Olsen è l'anello mancante tra l'ultima fase '70 della kosmische musik e il decadentismo musicale statunitense degli anni '80. I toni crepuscolari e malinconici, a tratti epici ed esaltanti, seguono però uno schema di ripetizioni, droni, motorik percussivi. Non è peccato perciò scorgere nei 9 minuti iniziali di There Is A Drone In Griffith Park intuizioni che già furono di Harmonia e LA Düsseldorf (emblematico il nome); né vedere alternative chiavi di accesso all'hypnagogic pop di Ariel Pink nei moog sintetici di Sunset Report. Ancora il passato futuribile a fare da padrone in Tokyo To Kyoto, che, sarà la suggestione nipponica, fa venire in mente il kraut-pop gommoso di Shintaro Sakamoto e dei suoi Yura Yura Teikoku. La voce trasfigurata da modulatori e vocoder di Nedelle Torrisi completa la ballata vaporwave di Moved, con un testo che ancora richiama l'impossibilità di un'infanzia sintetica perduta per sempre (“Playing Nintendo, watching T.V. [...] I'm not here anymore, I moved"). A questo punto la ricerca dell'effetto nostalgia è tale che i pezzi finiscono per assomigliarsi tutti: è indifferente se stiamo ascoltando The Swimmer, che solca le americanissime brezze kraut, oppure Hugs On The Beach con le trame di chitarre-synth e un ritmo quasi latin, o se è (di nuovo) il misticismo yuppie dal sapore germanico di Top Down, Heater On a portarci verso l'acquatica ballata When It's Over (con Yukihiro Takahashi alla voce). Olsen ama ricreare mondi, in particolare uno in cui l'infanzia californiana non è mai finita. Come nella migliore tradizione ipnagogica, però, introduce elementi disturbanti, come la kosmische musik tedesca o l'immaginario del Giappone ultracapitalista a flirtare con l'epica reaganiana incarnata dalla sua musica. Se siete stanchi di vivere un presente in continuo sfacelo, “Our Feeling Of Natural High” lenisce l'anima e fornisce un comodo bozzolo in cui preservare stimoli e serenità intellettuale. Un altro passo per Castle Face nella direzione del pop ipnagogico, in tempi in cui questa tendenza appariva da poco superata.

Voto: 6/10
Ruben Gavilli

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