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17 Aprile 2013 , ,

Thee Oh Sees FLOATING COFFIN

2013 - Castle Face Records
[Uscita: 15/04/2013]

Thee Oh Sees FLOATING COFFIN 2013 – Castle Face RecordsPensavamo, qualche giorno fa: un nuovo disco dei Thee Oh Sees ci fa sempre, più o meno, lo stesso effetto. Lo ascoltiamo la prima volta e ci lascia perplessi, alla seconda volta che passa dalle casse ci troviamo già a canticchiare qualche pezzo, e tra la terza e la quarta diventa uno dei nostri dischi preferiti dell'anno in corso. Non ha fatto eccezione questo “Floating Coffin”, ennesimo capitolo della saga di John Dwyer e soci. Ennesima conferma di un talento non comune, di una rara capacità di scrivere pezzi memorabili che si appiccicano ai neuroni ricalcando una formula, la loro, che non si smuove se non di pochi impercettibili passi (impercettibili ma eccitanti!) da un disco all'altro. E allora eccoli di nuovo qui, dopo la splendida ubriacatura psichedelica di “Putrifiers II”, tornare sui passi del precedente e bellissimo “Carrion Crawler/The Dream”: garage rock di costumi weird, che attinge alla tradizione tardo 60s del rock e del pop psichedelico mischiandola con una sana vena provocatoria e irriverente che viene dritta dal garage punk dei 90s, casa In The Red. Con una voglia di space rock all'altezza dello stomaco e una precisione krauta maturata con il tempo. Difficile (vedi i risultati di altre band e artisti di genere, come il sopravvalutato White Fence), riuscire a scrivere con una tale naturalezza pezzi così “pieni”. Così aggressivamente rumorosi, perdutamente psichedelici e semplicemente pop.

 

Prendete quell'apertura lì, quella I Come from The Mountain che vi scaglia addosso un garage punk di quelli solidissimi giocando a racchettoni con palline surf pop e macinando uno dei riff più ruffiani e riusciti che vi capiterà di ascoltare in tutta la vita. Da impazzire! E il disco è veramente pieno di pezzi bomba ai quali potrete delegare l'eccitazione di una serata alcolica e lo scontroso mal di testa del giorno dopo. Strane architetture psych-pop rette da colonne di rumore chitarristico. Toe Cutter-Thumb Buster è un'inno grunge psichedelico che farebbe gola all' amico Ty Segall. No Spell è uno strano incrocio tra arcobaleni di psichedelia pop e temporali garage-noise che sfibrano le tempie. I 6 minuti e 12 secondi di Strawberries 1+2, che spaccano quasi a metà l'album, sono il sunto di quello che i Thee Oh Sees sono capaci di fare: scatenare il pogo con un'intro garage punk con il fuoco al culo per poi ammorbidire l'andazzo con un lungo finale space rock. Ed è proprio quest'attitudine space, temprata da una solida disciplina kraut, che emerge un po' dappertutto e a volte spadroneggia (Night Crawler, ma anche Sweet Helicoper), a risaltare e a fare di questo “Floating Coffin” un must have di chiunque voglia dirsi interessato al rock oggi. Chiude l'album, in modo egregio, il pop strambo di Minotaur, con un'intro di viola che mette i brividi e che manda a casa appagati, rilassati e vogliosi di ricominciare la corsa.

Voto: 8/10
Leonardo "Kaosleo" Annulli

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