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27 Luglio 2020

Damaged Bug Bug On Yonkers

2020 - Castle Face Records
[Uscita: 24/07/2020]

Michael Yonkers, chi era costui? Se non sapete rispondere alla domanda, non è un problema perché John Dwyer, mascherato da Damaged Bug introduce l'ascoltatore vergine al mondo sonoro di Yonkers, cantautore americano e vera e propria leggenda freak, con l'album tributo “Bug On Yonkers”. Un personaggio così eclettico e stralunato, in odor di gloria postuma grazie a una raccolta di Sub Pop (“Microminiature Love”, 2003), sostanzialmente un carneade degli anni '70, poteva passare inosservato agli occhi di un onnivoro musicofilo come Dwyer? Ovviamente no, ma c'è dell'altro. Lo stesso Dwyer indica Yonkers come un tassello importante nel suo percorso musicale: “Bug On Yonkers” paga tributo non solo per un'azione di bontà filologica, ma per una vera e propria ragione sentimentale. E il pegno d'amore Dwyer lo paga alla sua maniera, con le più strambe formule alchemiche kraut-pop di Damaged Bug e perciò non stupisce che l'iniziale Goodby Sunball da filastrocca bucolica passi a ninna-nanna sintetica, coi cori di Brigid Dawson sullo sfondo. I Tried imposta le coordinate su un pop 70's corrotto da chitarre elettriche, fiati e polvere di synth (torna anche Nick Murray, batteria degli Oh Sees in “Mutilator Defeated At Last”), e su questa linea si muovono l'anthem apocalittico di I Sold America e la ripresa di The Thunder Speaks, freak-rock che risulta essere il pezzo migliore; a fare da contraltare all'energia rock, In My Heart propone il miglior finale possibile, con tanto di tastiere, archi e mellotron per un'inedita, (mai pubblicata da Yonkers) ballata dal sapore agrodolce, sempre incastonata in una mercuriale atmosfera tipica di Damaged Bug. Il cortocircuito prosegue con Lovely Gold, che rinforza la tensione dell'originale suonando come un incrocio tra gli ultimi Oh Sees e Stereolab. Microminiature Love sforna un garage-blues acido, sulle stesse frequenze si muove Smile A While con le sue tastierine 60's e Sunflower torna alla quiete artificiale e plastica dell'iniziale Goodby Sunball. Piacevole e divertente, ma non certo un'illuminazione, musicalmente parlando. Ciò che esprime “Bug On Yonkers” è dedizione e affetto con cui Dwyer sfigura i quadretti 70's di Yonkers, mantenendo intatto il sentimento di ammirazione e amore verso la musica che molto tempo fa lo colpì al cuore. Un'uscita per esegeti del Dwyer-pensiero, aspettando Bent Arcana e Oh Sees nei prossimi mesi.

Voto: 6.5/10
Ruben Gavilli

Audio

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