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3 Marzo 2015 ,

of Montreal AUREATE GLOOM

2015 - Polyvinyl Records
[Uscita: 03/03/2015]

USA

 

of-Montreal-300x300Animo tormentato e irrequieto, Kevin Barnes utilizza la musica come fosse il lettino dello psicanalista dal quale riversare sugli ascoltatori gli struggimenti che affliggono la sua vita. Niente di male, ci mancherebbe, pensiamo a quanti grandi artisti partendo dalle loro esperienze personali hanno reso il loro linguaggio universale, l'importante è che non si tratti solo di una valvola di sfogo solipsistica, uno sterile piangersi addosso, ma che si riesca a parlare al cuore e all'anima di chi si accosta ad un’opera. E questo è proprio quello che Barnes vuol fare, ecco quanto ha dichiarato a proposito del periodo durante il quale ha realizzato questo “Aureate Gloom”: «Stavo attraversando un periodo molto burrascoso nella mia vita e mi sentivo come se dovessi buttarmi via. Potrei essere colpevole di condivisione o esporre troppo della mia vita privata, ma per me i migliori album sono quelli che aiutano le persone a connettersi con un artista su un profondo livello umano e che lo fanno senza troppi artifici o evasività.». Chi ha seguito la brillante carriera del leader degli of Montreal conosce benissimo quanto la separazione dalla moglie abbia sconvolto Barnes, e ancora a dieci anni di distanza molte sue canzoni si riferiscono a quel doloroso distacco, comunicano il senso di malessere, frustrazione, smarrimento che attanaglia il nostro. In Last Rites at the Jane Hote dichiara: «Questo tipo di amore, il nostro tipo di amore è così demoralizzante» e in Virgilian Lots: «Sono in lutto per te, amore mio, e non capisco cosa sta succedendo». Ma è comunque possibile e comprensibile che dei problemi sentimentali di Kevin Barnes vi importi molto poco, a meno che non siano anche i vostri!

 

Of-Montreal-Kevin-BarnesE allora resta la musica, e qui non vi è dubbio che ancora una volta si dimostri la sua abile vena creativa. Per queste incisioni Barnes si è fatto accompagnare dallo stesso quintetto che ha lavorato al precedente “Lousy with Syllvianbriar”, con l'aggiunta di Kishi Bashi, strings e voce, ma  se quello del 2013 era un personale viaggio alle radici della musica americana, fra Dylan e i Dead, qui l'orizzonte è mutato. Per sua diretta ammissione l'ispirazione musicale alla base di Aureate Gloom si trova nella New York dei '70, quella del CBGB, e di quella scena c'è l'ispirazione punk, iconoclasta e irriverente, la sensualità torbida e ambigua. Ma è forte anche il richiamo  alla scena glam e in particolare a Marc Bolan e David Bowie. Ispirata al duca bianco è la traccia iniziale Bassem Story, curiosamente l'unico brano che esula dai turbamenti del non più giovane Kevin e affronta un tema sociale e politico, la storia di Bassem Sabry, attivista e giornalista egiziano morto in circostanze sospette nel 2014. Nel complesso un album composto da canzoni riuscite, dovessimo sceglierne una opteremmo per il rock malato e un po' debosciato di Empyrean Abattoir, il cui testo manifesta un'insospettata rabbia di Barnes, diluita nei coretti glam.  Aureate Gloom  è un disco godibile, a patto di non essere allergici a un eccesso di coretti e voci in falsetto, ma che non aggiunge granché a quanto già prodotto dai suoi of Montreal nei quasi vent'anni di attività. 

Voto: 6.5/10
Ignazio Gulotta

Audio

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