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2 Ottobre 2014

Ristampe: Oasis (WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY?

1995 - Helter Skelter - Big Brother, 2014

oasis

Digital -  Uscita Ristampa: 29 Settembre 2014 

CD (Remastered)  - 2 LP (Remastered)  - Super Deluxe Version (3 CD) - Uscita Ristampa:  30 Settembre 2014 

 

“Classica” versione digitale impalpabile, versione “vintage” in vinile, lussuosa edizione in triplo CD con i demo inediti, le B-sides e le registrazioni live dell’epoca ed elegantissimo libretto oppure, per chi può permetterselo (fanno cento sterline tonde tonde), Box Set completo con tutto quello che ho scritto prima più un sette pollici con le versioni demo di Hello e She ‘s Electric, una riproduzione del padellone promo con Cum on feel the noize e il remix di Champagne Supernova, la versione su cassetta con ancora la Step Out poi rimossa per le beghe legali coi legali di Stevie Wonder e, per i non fumatori (chè ai fumatori non rimarrebbe nulla) le cartine inviate alle radio come gadget all’epoca dell’uscita del disco e qualche bella foto di corredo.  Tutto in grandissimo stile per il “rientro in scena” di “(What ‘s the story) Morning Glory ?” a quasi venti anni dalla sua prima apparizione. Eravamo nell’autunno del 1995.  Ad un anno esatto dal folgorante debutto, gli Oasis sono già ad un palmo dal culo di Lennon e McCartney. A dimostrazione che supersonici, i fratelli Gallagher, lo sono per davvero. (What ‘s the story) Morning Glory ?, arrivato sugli scaffali il 2 Ottobre del 1995 e già praticamente sold out in prevendita, diventa in un batter di ciglia il secondo disco più venduto in Inghilterra, proprio dietro “Sgt. Pepper ‘s Lonely Hearts Club Band” (i primi due sono due inutili raccolte dei Queen e degli Abba, per cui non fanno statistica ma solo tante sterline), appagando in fretta le ambizioni dei due fratellini inglesi mai troppo sazi di ego.

 

Noel-Liam-RankinNel frattempo, nei pochi mesi che separano “Definitely Maybe” dal nuovo disco, ci sono stati tre singoloni come Whatever, Some might say e Roll with it, tanti concerti, tante apparizioni televisive e il riadattamento in chiave brit-pop della vecchia bagarre tra Beatles e Rolling Stones messa su dalla stampa britannica che, grazie all’esplosione del fenomeno Oasis e alla lenta affermazione del successo dei Blur, torna a respirare e a vendere qualche copia in più. C’ è stata una pioggia di soldi che li ha costretti a stringersi dentro i parka e qualche azzuffatina che ha subito chiarito che, nella guerra contro i rivali, erano loro ad interpretare la parte degli Stones, nonostante la loro musica pendesse pericolosamente dalla parte dei quattro scarafaggi di Liverpool. Quando arriva, (What ‘s the story) Morning Glory ?, arriva per fare male. Il tempo e il pubblico sono dalla loro parte. Liam e Noel non possono fallire, mentre chiusi ai Rockfield Studios preparano il disco definitivo del brit-pop. E infatti non falliscono.  (What ‘s the story) Morning Glory ? non tradisce l’istinto del primo disco ma si avverte, subito, un’esigenza diversa. Che è quella, magari un po’ megalomane, di convogliare ogni energia per tirare fuori un disco “classico” fatto di grandi canzoni e di tanta cura nei dettagli.  

 

Cambia, rispetto all’esordio, l’approccio alla stesura dei pezzi e alla registrazione usando come canovaccio il sistema usato da Marc Bolan per i suoi successi degli anni Settanta: un abbozzo acustico su cui poi innestare la ruota dentata degli arrangiamenti che, Oasis-colour-portrait-2nonostante siano curatissimi, non tendono quasi mai ad “aggredire” il bozzolo originale. Anzi, sovente (valga anche per molte delle outtakes usate per “arredare” gli estratti dell’album) lasciandoli nudi come quando sono stati partoriti e limitandosi ad abbellirne la grazia implume con fiocchetti o nastri colorati.  Gli spazi all’interno dei pezzi si fanno dunque più ampi, i dettagli più ingombranti e allo stesso tempo più ricercati, ogni scelta melodica (spesso “rubata” con la faccia di bronzo che li ha sempre contraddistinti) ponderata e risolta con gusto, anche se ad un passo dallo stucchevole, con grandissima abilità e una fortissima eco di pomposa grandeur beatlesiana che avvolge tutto sin dalla copertina, che mostra Brian Cannon e Sean Rowley (e un quasi invisibile Owen Morris che stringe fra le mani il master dell’ album, NdLYS) che si “scontrano” sulla Berwick di Soho. Niente è messo lì per caso, dentro il secondo album degli Oasis. Ogni canzone è stata costruita non per affiancare ma per sostituire quelle dei Beatles nel cuore degli inglesi comuni. Hooligans, buskers inghiottiti dalla metropolitana londinese e innamorati abbracciati tra i viali dell’Holland Park aggiornano i loro canzonieri. Gli Oasis diventano i padroni del mondo.

 

Franco Lys Dimauro

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