Migliora leggibilitàStampa
22 Marzo 2014 , ,

VV.AA. A PSYCH TRIBUTE TO THE DOORS

2014 - Cleopatra Records

A-Psych-TributeNon v'è dubbio che il giudizio su un album dipenda molto dallo scarto tra le aspettative che si hanno prima dell'ascolto e le sensazioni che si ricevono dopo l'ascolto. "A Psych Tribute To The Doors" di aspettative ne aveva create tante, perché i Doors sono i Doors, e perché la tracklist include alcune delle migliori band indie-psych in circolazione. Proprio per questo motivo, probabilmente, l'entusiasmo iniziale è stato presto smorzato e lo è stato soprattutto da queste grandi band, proprio le più famose e affermate. L'impressione è che questi gruppi abbiano peccato un po' di egocentrismo e invece di tributare i Doors abbiano tributato sé stessi. I brani della prima metà dell'album sono infatti talmente destrutturati e personalizzati da rendere irriconoscibili gli originali e se, ipoteticamente, qualcuno ascoltasse queste cover senza conoscere gli originali non potrebbe cogliere l'essenza della musica dei Doors. La caratteristica fondamentale della band di Jim Morrison era infatti il groove unico e inconfondibile, generato dalla vicinanza con i ritmi e le sonorità del blues. E almeno quello in una cover bisognerebbe mantenerlo. Al contrario, le batterie elettroniche piatte e ripetitive e i ritmi tribali ossessivi che molte band di questa compilation ci propongono, sono quanto di più lontano ci possa essere dalla sinuosità dei ritmi blues psichedelici doorsiani.

 

E' chiaro che si potrebbe discutere all'infinito se una cover debba essere fedele all'originale oppure qualcosa di completamente diverso ma, proprio come succede quando si traduce un libro in un'altra lingua o lo si adatta per un film, il 'tradimento' rispetto all'originale dovrebbe perlomeno essere in linea con lo spirito generale di chi ha creato l'opera. In questo tributo psichedelico ai Doors bisogna aspettare il settimo brano sulla b-side e la bella versione di The Soft Parade proposta dai Sons of Hippies per poter avere qualche sussulto di piacere. Versione personalissima la loro, ma comunque fedele all'originale. E dai Sons of Hippies in poi, per tutta la  seconda metà dell'album, si succedono altrettante valide cover eseguite da band meno famose dei vari Black Angles, Psychic Hills, Dead Meadow, ma che in quest'occasione sono state meglio in grado di svolgere il compito loro assegnato. Solo alla fine arriva l'interpretazione più bella e riuscita tra tutte, quella del brano The End da parte dei Raveonettes. Se ancora servisse dimostrare che gran parte di ciò che oggi viene definito psichedelia e che ha invece forti connotazioni indie, shoegaze ed elettroniche, con la psichedelia originale ha poco a che fare, questa operazione di tributo ai Doors lo ha dimostrato in pieno. Nel confronto diretto si vedono le differenze.

Rossana Morriello

Video

Inizio pagina