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13 Maggio 2012 ,

Tord Gustavsen Quartet THE WELL

2012 - ECM Records

# Vivamente consigliato da DISTORSIONI

 

L'austero suono mai convenzionale di una etichetta prestigiosa come l'Ecm, esplora un’ennesima volta le fredde lande scandinave - un rito che ormai si rinnova magicamente da decenni, con strumentisti mostri sacri quali Jan Garbarek, Terje Rypdal e tantissimi altri - dispensando ai suoi fedeli seguaci ancora una volta un artista che costruisce il suo lavoro discografico su immagini di una bellezza descrittiva davvero intrigante. In questo caso le preziose forme illustrate dal quartetto di Tord Gustavsen nel nuovo “The Well”  sono la perfetta fusione tra l'avanguardia colta europea e il neo jazz nordico di derivazione indie. Il quarantaduenne pianista Tord Gustavsen deve la sua fama in Norvegia anche ai preziosi contributi artistici resi a dischi  di combo jazz locali quali Silje Nergaard Band e the Ulrich Drechsler Quartet. Nel 2003 firma il contratto che lo lega alla prestigiosa etichetta ECM, incidendo nello stesso anno “Changing Places”  in trio con Jarle Vespestad alla batteria ed il contrabbassista Harald Johnsen, cui nel 2005 segue “The Ground”. L’ideale trilogia, all’insegna di un generale ottimo livello espressivo, è completata nel 2007 da “Being There”. Nel 2010 il pianista torna alla ribalta con “Restored, Returned”, inciso con un ensemble che contempla il vocalist Kristin Asbjørnsen.

 

Il talento genuino del pianista norvegese,  accompagnato da un quartetto che comprende Tore Brunborg (tenor saxophone), Mats Eilertsen (double bass) e Jarle Vespestad (drums), è incastonato nel nuovo “The Well”  in undici perle di jazz astratto, notturno, influenzato dalla musica classica, da suoni naturali emessi da una impercettibile ritmicaTord Gustavsen  THE WELL delicata e noir, all'insegna di una filosofia umanistica che vive di tessiture acustiche che lasciano il segno. Le criptiche Playing e Suite, e le tappezzerie  ‘ambient’ di Communion e On Every Corner  indicano la via di una musica estatica. Il pianismo di Gustavsen, figlio legittimo di Paul Bley, Bill Evans e Keith Jarrett, è il risultato raffinato di un romanticismo musicale elegante nella scrittura, estraneo a futili mode: accade nell'estemporanea Prelude, mentre i suoni asciutti di Intuition riannodano i fili  di un jazz moderno alla Jan Garbarek, dove i suoni estetizzanti e freddi delle lande norvegesi si ritagliano un posto speciale rispetto all’universo afro-americano, con ispirate dosi di sperimentalismo. Un lavoro sofisticato, all’insegna di delicate riflessioni neo jazz, improvvisazioni tonali e purissimo fascino.    

Giuseppe Maggioli

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