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13 Dicembre 2013

Neil Young LIVE AT CELLAR DOOR

2013 - Warner Reprise
[Uscita: 10/12/2013]

LIVE AT THE CELLAR DOOR cover# Raccomandato da Distorsioni

 

Un ragazzo di 25 anni suona un pugno di canzoni alternandosi alla chitarra ed al pianoforte in un locale di Washington D.C. con una capienza di non più di 200 posti fra il tintinnio dei bicchieri e le voci degli avventori. Succede ogni sera, quasi ovunque nel mondo. Solo che quel ragazzo è già una star, il locale è il Cellar Door e quel pugno di canzoni sarebbero entrate a far parte della storia della musica popolare. Neil Young ci regala, attingendo allo scrigno senza apparente fondo dei suoi Archivi, la testimonianza sonora di un momento cruciale della sua vita, non solo artistica. In quel 1970 il mondo cambiava. I sogni di Woodstock si erano infranti nell'inferno di Altamont. C.S.N. & Y. già non esistevano più e il ragazzo che ne faceva parte e che negò il suo permesso ad essere ripreso al Festival dei Festival e che prima ancora aveva dato vita al mito dei Buffalo Springfield si apprestava a diventare un'icona, non solo musicale, per i decenni a venire. Le 13 canzoni di “Live at the Cellar Door” racchiudono l'essenza dei sei spettacoli che il “canadese errante” tenne fra il 30 novembre e il  2 dicembre del 1970, due mesi dopo la pubblicazione dell’album-capolavoro “After the gold rush”, in quel locale che sarebbe divenuto leggendario anche per essere citato nei versi iniziali di The needle and the damage done, sull’album “Harvest”. I brani sono estratti quasi completamente da “After the Gold Rush” e “Everybody knows this is nowhere”. E' quasi irreale ascoltare il silenzio che precede l'allora inedita Old Man. Così come è meraviglioso ascoltare la limpida purezza di Tell me why o la struggente catarsi onirica di Don't let it bring you down. After the gold rush è da brividi e quei brividi si sentono ancora sulla pelle.

 

neil-youngNeil e il pubblico. Un rapporto da sempre diretto, intenso. Down by the river e Only love can break your heart ne sono la prova. Ma è la presenza di ben sei pezzi suonati al piano- tra cui una inedita Bad Fog Of Loneliness che si sarebbe ascoltata per la prima volta nel 2007 in ”Live at Massey Hall” - a rendere appieno l'intimità del rapporto unico che lega l'uomo di Omemee (Toronto, Canada) ai suoi fans, così come meravigliosamente dimostrato dalla recentissima tournée estiva con i Crazy Horse.  E' da meno di due anni, afferma  ai tempi “the loner”, che si cimenta con questo strumento. Cinnamon girl, incerta e vera come non mai (un'autentica perla di sincerità musicale, così nuda e fragile priva del suo sostrato elettrico) lo conferma. Preludio di innumerevoli, future meraviglie. E' un mondo diverso quello che emerge dai solchi di quest'ennesima pagina del diario. Flying on the ground is wrong  accoglie il commento estatico di un ascoltatore mentre il Nostro spiega che si parla di droga, dipendenza in senso lato  (“dope” è il termine usato) e dei suoi danni. Expecting to fly risorge dal repertorio dei Buffalo Springfield psichedelica e soavemente inquietante così come quella See the sky about to rain pochi anni dopo donata ai Byrds per la loro reunion. Un altro mondo. Un altro tempo. Ma quel ragazzo di 25 anni, che da poco ne ha compiuti 68, è entrato nel cuore di intere generazioni grazie al suo genio, alla sua musica, la sua poesia e il suo sempre coerente approccio alla vita. Negli anni Settanta fu lui a scoprire i Devo in quel di Akron. Negli anni Novanta furono i vari Eddie Vedder e Kurt Kobain a venerarlo tanto da far riemergere la Musica dal pantano in cui era sprofondata. Ora, nel 2013, un pugno di canzoni puo' far capire il perchè di tutto questo.

 

 

Voto: 8.5/10
Maurizio Galasso

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