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17 Giugno 2023 ,

Arturo Stàlteri, Philip Glass Dodecagon: Arturo Stàlteri Plays Philip Glass

2023 - Orange Mountain Music
[Uscita: 26/05/2023]

Vi sono musicisti in grado di mantenere saldamente una linea di coerenza artistica nel corso dei decenni con grande naturalezza e diremmo senza alcuno sforzo, pur attraversando, come sorvolando le barriere e gli steccati delle categorie definitorie, generi diversi e approcci compositivi in apparenza difficilmente conciliabili. Arturo Stàlteri è tra questi. Giovanissimo alfiere del progressive italiano coi Pierrot Lunaire negli anni Settanta dapprima, originale compositore di musiche minimalistiche con sapienti sortite nei domini dell’elettronica in seguito, tessitore di trame di classica fattura, non a caso Arturo è stato allievo del grande e compianto Aldo Ciccolini, reinterpretazioni di straordinari autori contemporanei (Philip Glass, Brian Eno, King Crimson, Franco Battiato), incursioni nei territori della fantasia concertante, il non mai dimenticato Tolkien con la sua saga de “Il Signore degli Anelli”. Accade questo: che la casa discografica, la Orange Mountain Music, di Philip Glass, uno dei più grandi innovatori della musica contemporanea, chieda ad Arturo una nuova versione di “Circles”, album di Stàlteri uscito nel 1998 per Materiali Sonori, in cui il musicista e compositore romano interpretava con assoluta brillantezza brani del Maestro americano e che lo stesso Glass aveva apprezzato alquanto. Stàlteri propone, più che una semplice riproposizione dell’album, una versione nuova che prevede l’arrangiamento delle tracce per più pianoforti, tre e addirittura otto. Ecco, allora “Dodecagon”, come i lati di un misterioso dodecaedro, come le dodici facciate del leggendario vinile di “Einstein On The Beach” del compositore statunitense. Ecco, allora, sgranarsi come su un piano lievemente inclinato, in lento degradare nelle mille sfumature dello spettro cromatico delle note, frammenti dell’opera di Glass quali la nuova breve versione di Opening, o le due liquide melodie pianistiche di Metamorphosis Two e Three, eseguite con la consueta grande classe dall’artista romano. Seguono taluni segmenti di "North Star" (colonna sonora composta da Glass nel 1977 per il film-documentario di Barbara Rose e François de Menil sull’opera dello scultore Marc di Suvero), nel dettaglio Etoile Polaire, Victor’s Lament, River Run, Anges Des Orages, Ave, tutti arrangiati per otto pianoforti ed seguiti con superba maestria da Arturo. Etude N. 8 appartiene alla fase creativa in cui Glass era concentrato sugli studi per piano, recando gli esiti dello strumento a soluzioni sospese tra classicismo e avvenirismo, e rileva per la delicatezza dell’esecuzione. Il maestoso incedere delle note di Mad Rush, splendidamente modulate da Arturo, ci ricorda come questo brano fosse stato inciso da Glass originariamente per organo e in onore della prima venuta negli Stati Uniti del Dalai Lama. L’Aria dal terzo atto dell’opera "Satyagraha", composta da Glass nel 1979 con testi della francese Constance DeJong tratti dalla Bhagavadgita e riecheggiante gli anni sudafricani del giovane Gandhi, qui è arrangiata per tre pianoforti e suonata magistralmente da Stàlteri. A guisa di epitome di questo sontuoso album, la classica traccia di Closing, breve frammento dai gradevolissimi cromatismi sonori.

Voto: 8/10
Rocco Sapuppo (Direttore Editoriale)

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