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17 Dicembre 2013

Fabio Zuffanti LA QUARTA VITTIMA

2014 - AMS Records/Distr. BTF
[Uscita: 15/01/2014]

zuffanti# Consigliato da Distorsioni

 

Il poliedrico compositore genovese Fabio Zuffanti, dalla discografia ormai sconfinata e pressocchè impossibile da citare nella sua interezza, sta vivendo uno dei periodi più fertili della sua carriera, e dopo aver partorito in meno di un paio d’anni un nuovo album a nome Hostsonaten, intitolato “The rime of the ancient mariner” ispirato all’opera di S.T. Coleridge, un nuovo concept-album con La Maschera di Cera, intitolato “Le Porte del Domani”, due libri - il primo, “O casta musica”, nel quale denuncia il malaffare nel music-biz italiano e un altro, “Ma che musica suoni?”, ancora in lavorazione - e uno spettacolo teatrale dedicato a “The rime” (pubblicato anche in DVD), offre ora un nuovo disco a suo nome. Ma mentre il precedente “La foce del ladrone”, il cui titolo era chiaramente un omaggio a Franco Battiato, era una rara incursione di Zuffanti nel mondo del cantautorato, da lui esplorato con classe e intelligenza, questo nuovo “La quarta vittima” vede il nostro fantasioso artista tornare ad abbracciare con tutte le sue forze quello che è stato il suo primo amore. Siamo infatti di fronte a un vero monumento del rock progressivo italiano più classico, suonato con gusto rigorosamente “vintage”. Ma poiché ormai siamo abituati a sapere che Zuffanti, quando decide di fare una cosa, la fa bene, questo disco arriva come un fulmine a ciel sereno in un panorama sempre più spesso tacciato di essere asfittico e autocelebrativo e porta una sferzata di grinta e di entusiasmo tali da lasciare il segno.

 

La Quarta Vittima ha tutte le potenzialità per conquistare il titolo di album prog-rock dell’anno nel 2014 presso critica e pubblico a livello internazionale, e se non godrà di questo titolo sarà con buona probabilità certamente in una potenziale “top ten” del genere. Ci sono tutti gli ingredienti per far battere forte il cuore agli appassionati, ma soprattutto sono i suoni quelli che mozzano il fiato: il ringhio dell’organo Hammond carico di Leslie e le ondate struggenti del Mellotron, le cavalcate dei sintetizzatori analogici, i borborigmi degli oscillatori e gli ululati del Theremin. Ci siamo concentrati qui solo sulle tastiere perché sono ben quattro i veri e propri “maghi” dei tasti bianchi e neri che si avvicendano, da Alberto Tafuri a Emanuele Tarasconi, che con i suoi Unreal City, una delle migliori realtà “giovani” del prog italiano, ha goduto di ottime recensioni a livello internazionale (anche quizuffanti su Distorsioni); e poi ci sono i piccoli “cameo” di due amici di vecchia data di Zuffanti, Luca Scherani (tastierista di La Coscienza di Zeno e dell’ultimo Hostsonaten) e Agostino Macor (La Maschera di Cera). Ma se è vero che le tastiere abbondano, sono forse le chitarre, interamente gestite dalla straordinaria Laura Marsano, a regalarci i momenti più struggenti e commoventi dell’intero disco, con escursioni soliste degne della più romantica tradizione prog-rock, da Steve Hackett a Andy Latimer. Insomma, il cantante e polistrumentista genovese Zuffanti si è qui circondato della “crème de la crème” della musica italiana - innumerevoli musicisti che è impossibile citare tutti - dal lavoro di controcanto e coloritura vocale di Simona Angioloni (ora impegnata in tour nel musical “Evìta”) e di Carlo Carnevali, al violino di Fabio Biale (un artista dal curriculum quasi infinito!), da un gigante del jazz come Enzo Zirilli alla batteria ai fiati (di perfetta matrice “italian prog-rock ‘70”) di Gian Marco Pietrasanta, già collaboratore dei Blindosbarra, e ancora Paolo Tixi del Tempio delle Clessidre (altra grande prog-rock band italiana), anch’egli alla batteria. Il tutto sotto la straordinaria produzione sonora di Rossano Villa degli Hillary Studio, che ha suonato anche il Mellotron e il trombone nell’album e che ha costruito suoni di strepitosa magniloquenza. Un disco da non perdere. Una futura pietra miliare di questo magico mondo ancora pieno di sorprese chiamato progressive rock, quello italiano in particolare.

 

Voto: 9/10
Alberto Sgarlato

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