Sonic’s Rendezvous Band: "Electrophonic Tonic" Ristampe, Antologie, Box
Per tutti gli estimatori della scena di Detroit anni ‘70, i Sonic’s Rendezvous Band rappresentano una sorta di Santo Graal. Cinque anni di attività, e all’attivo un solo singolo, City Slang, inciso per altro su entrambi i lati del 45 giri: tutto ciò che il loro budget permetteva. La loro vicenda è un po’ come quella dei Destroy All Monsters, dei Rocket From the Tomb o degli Heartbreakers di Johnny Thunders e Richard Hell. Se non che un supergruppo come i SRB allineava musicisti che già avevano raggiunto il proprio apice artistico nelle rispettive band. Ciò non di meno, Fred “Sonic” Smith (MC5), Gary Rasmussen (The Up), Scott "Rock Action" Asheton (Stooges) e Scott Morgan (The Rationals) rappresentavano assieme un combustibile altamente esplosivo. L’elettricità di una garage band, i riff di Chuck Berry e degli Stones, tutta la sciatteria del punk più festaiolo. Rock ‘n’ roll, nella sua forma più selvaggia, strafottente e menefreghista: quello stesso stile che regalerà miliardi ai Guns N' Roses una decina d’anni più tardi.
Furono attivi tra il 1974 e il 1980, ovvero l’epoca ruggente del CBGB, nella new wave e del punk britannico. Ma rimasero sempre fedeli al Michigan, al triangolo Ann Arbour - Flint - Detroit. Come a voler ribadire che il punk, almeno come “attitude” se non come genere, fosse da tempo roba più di casa nella Motor City che non a Londra o New York. In anni recenti, dopo la diffusione di alcune raccolte di live ed inediti a fine anni ‘90, si è ridestato l’interesse per la band, tanto che la pubblicazione spesso incontrollata di tante registrazioni dal vivo, a volte poco più che miseri bootleg, ha pompato la loro inesistente discografia ed ha finalmente restituito visibilità ad una band comprensibilmente sconosciuta. E pure tra concerti più o meno riusciti, fruscii di fondo disturbanti e tracce audio rivedibili, traspare la scintilla, quella del riff azzeccato, dell’assolo lacerante, della suspence che toglie il fiato. Se ne sono ben accorti alcuni “iniziati” come Deniz Tek, o gli Hellacopters, fan dei SRB tanto da proporre ben 5 cover dei loro beniamini.
Con “Electrophonic Tonic”, la Bang! Records ripropone esattamente quanto già pubblicato nel 2006 dalla Devils Jukebox Records in “Too Much Crank”. La compilation comprende lo storico singolo City Slang ed Electrophonic Tonic, unico altro brano inciso in studio. Oltre a questa temibile accoppiata, la scaletta propone un concerto dell’Aprile ‘78 al Masonic Auditorium di Detroit, già pubblicato in anni recenti a vario titolo, ma qui ripulito nell’audio che emerge in maniera più definita e tridimensionale. Svettano dunque i riff di Sweet Nothing, You´Re So Great e Love & Learn: sembrano gli AC/DC di quegli stessi anni che, gettati i panni blues rock, si gettano alla cieca nello stile di Clash, Motorhead e Ramones. Non una vera novità discografica dunque, ma una ristampa che ben si presta come punto di partenza per chi volesse approfondire la conoscenza di questa band dimenticata. E per coloro che intendessero continuare, allora consigliamo il box del 2006 a cura della Easy Action, “Sonic's Rendezvous Band”: 6 CD che contengono tutto il necessario (e anche di più). Se i SRB avessero avuto, anche postumo, il successo di New York Dolls e Television la storia del rock non sarebbe poi cambiata tanto. Sarebbe solo stata un po’ più divertente.
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