Maneaters VIVA LA VULVA
La giovane formazione delle Maneaters porta da Bari una versione del 'foxcore' declinato con spensieratezza, grinta e un goccio di goliardia. Il genere con cui si autodefiniscono è un termine ombrello con cui negli anni ’90 si è cercato mettere in un unico calderone i gruppi composti in maggioranza da donne. Le Maneaters non ricordano band simbolo del grunge-alternative come L7, Babes in Toyland o 7 Year Bitch. Di quel periodo fanno sì venire in mente i brani scheggia delle Dickless, poi il resto sembra rifarsi all’hardcore anni ’80, con un cantato vagamente epic metal.
I brani sono costruiti su riffoni, distorsioni pesanti, e batteria che pesta galvanizzata dallo spirito (post?)adolescente e dal divertimento nel suonare insieme. Titoli come Bitch, Pussykiller, o Viva la Vulva incarnano lo spirito rock ‘n roll della festa unita a un po’ di provocazione, anche se il tutto sembra confinato nella dimensione del divertimento più che di una rivendicazione politica (come invece è stato per molte formazioni femminili italiane a partire dagli anni ’70). Questo in fondo è lo spirito dei tempi, e le ringraziamo di non subissarci con le loro lagne sentimentali tanto care al parterre di neo-cantautrici nostrane. Quindi fate un salto nella tana delle Mangiatrici di uomini, il pogo è assicurato.
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