Brokeback BROKEBACK AND THE BLACK ROCK
[Uscita: 22/01/2013]
Ormai Douglas McCombs si può considerare a tutti gli effetti come un veterano della scena rock indipendente. Il bassista dei Tortoise, oltre a militare nella storica formazione di Chicago, è anche l'artefice di Brokeback, progetto che nasce discograficamente nel 1997 con la pubblicazione di un paio di singoli, cui fanno seguito due album ed un EP che beneficiano della collaborazione del contrabbassista Noel Kupersmith e di musicisti provenienti, oltre che dai Tortoise, dalle fila di band come Calexico, Yo La tengo, Stereolab e Chicago Underground. Adesso, a dieci anni di distanza dall'ultimo lavoro, McCombs torna con questo nuovo album, registrato e missato da John McEntire, presentandosi con una formazione più tradizionale (nell'accezione rock del termine) rispetto al passato e che comprende Pete Croke al basso, James Elkington alla batteria, organo e chitarra, Chris Hansen alla chitarra e, chiaramente, lo stesso McCombs alla chitarra ed al basso a sei corde.
"Brokeback and the Black Rock" si compone di otto tracce completamente strumentali nelle quali vengono riservate poche concessioni alla forma-canzone, brani strutturati su giri armonici che si ripetono fino a lasciare spazio ad altre sequenze d'accordi, un tessuto sul quale le chitarre rimangono sempre in primo piano attraverso lo sviluppo di melodie in parti soliste. L'apertura affidata a Will Be Arriving, uno dei momenti di maggiore spessore emotivo di tutto il disco, sembra offrire un ottimo esempio di quanto appena detto. Non manca di certo quel tocco che a tratti ricorda il lavoro svolto da McCombs nei Tortoise, non potrebbe essere altrimenti, ma gli episodi nei quali quest'aspetto emerge più vividamente, come si può avvertire in Don't Worry Pigeon, sono nel complesso ben calibrati. L'influenza della quale l'album risente maggiormente va però ricercata in in quella particolare miscela di folk -rock, tex-mex e musica latino-americana che non può che far venire in mente gli amici Calexico, influenza ben marcatain Tonight at Ten e nel reprise Tonight at Eleven.
Anche Ennio Morricone, peraltro citato esplicitamente nella pagina ufficiale della band presso la Thrill Jockey, è un altro di quei nomi che emergono con forza dal background della band, soprattutto in un brano come il cupoGold! Sembra quindi che i territori prediletti della band siano quelli polverosi e assolati degli ampi spazi desertici americani, luoghi evocati anche attraverso la prospettiva psichedelica della ruvida ma placida coda di Colossus of Roads. Insomma, i Brokeback si pongono onestamente e con passione in quel ricco ambito musicale spesso definito come desert rock (da non confondersi con lo stoner, seppure sussistano molti elementi in comune tra i due), anche se francamente sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più dopo tutti questi anni di silenzio. Ad ogni modo, buon ascolto.
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