Romulo Fròes Barulho Freio
[Uscita: 01/09/2014]
Brasile # Consigliato da Distorsioni
"Barulho Freio" è la quarta fatica del paulistano Romulo Fròes. Impressionante è la qualità di queste opere, sia per lo spessore compositivo che per la mirabile produzione. Se i precedenti album si muovevano in un contesto sonoro discretamente "classico" (bossa, jazz, folk e cantautorato) ed erano dotati di una mirabile perizia tecnica, quest'ultima uscita si eleva nettamente al di sopra della mera esecuzione formale, concedendosi e concedendoci uno spleen e una intensità che lasciano basìti. Barulho Freio è un album solidissimo, dal tono generale cupo e malinconico, ma è quella malinconia composta e riservata che solo certi autori brasiliani (quelli più grandi) sono in grado di rendere al meglio. La voce di Romulo è calda e solenne, capace di riempire da sola tutti gli spazi, eppure è altresì dosatissima; così come dosate sono le note e minimale l'arrangiamento. Lampi jazz e sprazzi di musica concreta, rumore e distrazioni pescate nel sottosuolo vivo e pulsante di quella megalopoli che è Sao Paulo do Brasil. Le canzoni durano in media tre minuti e sono perfette nella loro sintesi fra umore tropicalista e disincanto esistenziale, intimamente rilassate e pensose.
La semplicità e la profondità di queste composizioni, che a dispetto dell'apparente omogeneità richiedono ripetuti e attenti ascolti, non può che conquistare tutti coloro che amano la musica spoglia ma avvolgente; le digressioni strumentali, preziose e delicate, si muovono in territori che lambiscono il jazz estemporaneo e la psichedelia. Tutto cesellato con grazia e classe sopraffina. Dalla open-track, squarciata da note di sax quasi free, alle denudate prove solo voce di Poeira e di A lux dojui (una sorta di gospel sospeso ed evocativo), tutto si compenetra di un puro lirismo, cauto nonostante il mood decisamente scuro. Espera è il brano più "mosso" e per certi versi scherzoso, una virata in direzione Os Mutantes; ma è in Cadè che si dipana la meraviglia slow-tropicalista: i Low ad altezza equatoriale. Se vocè me quiser è l'ennesima meraviglia di minimalismo folk cantautorale disturbata da frequenze noise, mentre Noite morta non necessita di traduzione per gonfiare il cuore. Senza troppi giri di parole: un capolavoro. Degno di nota anche il fatto che quest'autore renda disponibili questo e tutti i suoi dischi in free download presso il proprio sito web. In Brasile pare essere una prassi abbastanza consueta.
Splendida recensione! Vorrei segnalare che in realtà si tratta del quinto album di Romulo Fróes. Due settimane or sono il lavoro è stato presentato nella trasmissione Cultura Livre di TV Cultura, ecco i links:
http://tvcultura.cmais.com.br/culturalivre/edicoes/4-temporada/romulo-froes-no-cultura-livre-3
http://tvcultura.cmais.com.br/culturalivre/bonus/romulo-froes-no-cultura-livre-bonus
grazie sign.Settala per le sue belle parole e per le informazioni
pasquale wally boffoli
direttore editoriale-artistico distorsioni