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21 Gennaio 2014

Labels: Constellation Records Sperimentazione e rivoluzione culturale

2014 - Constellation Records

constellation                             INTRO

 

Siamo circondati da "cose", oggetti prodotti in maniera industriale che riempiono la nostra vita. Esistono diversi tipi di prodotti a cui quotidianamente dedichiamo ciò che abbiamo di più prezioso: il tempo. I popoli antichi sostenevano che dentro ogni oggetto alberghi un’ anima, questo è lampante con i prodotti "organici", assaggiando un buon vino ci vengono in mente le cure e la maestria del viticoltore, tutta la dedizione che quell'uomo ha riversato in quel prodotto è a nostra disposizione pronta per essere apprezzata. Alcuni oggetti sembrano essere parte integrante del pensiero o della filosofia di una persona, mi riferisco alla Apple per esempio, sebbene il suo fondatore Steve Jobs sia morto noi sentiamo ancora il suo cuore pulsare nei tablet e nei prodotti della mela della Silicon Valley. Quando si parla di musica siamo portati spesso ad ignorare il supporto, poche sono le recensioni che si soffermano sul tipo di cartoncino che viene usato per la sleeve, su che tipo di vinile viene stampato il disco, che profumo ha la cover, che caratteri sono stati usati per stampare le liner notes, tutte queste cose non vengono citate, perchè ciò che conta è solo la musica, al limite l'immagine in copertina può essere accattivante o meno, è un di più.

 

Le etichette discografiche stampano dischi e li vendono, noi appassionati di musica possediamo centinaia di questi prodotti, quando sono in fila sembrano tutti uguali, tanti cd o vinili disposti uno di seguito all'altro, innumerevoli titoli, dietro ogni titolo c'è un'etichetta, una casa di produzione: ci piace indietreggiare di qualche passo e vederli tutti ben in ordine, divisi in ordine alfabetico, poi ci sono i dischi della Constellation Records, su unconstellation ripiano a parte della libreria. Quando prendiamo in mano un cd dell'etichetta canadese e apriamo la sleeve ci rendiamo conto che quello che abbiamo davanti non è un semplice prodotto seriale, quello che abbiamo in mano è un pezzo di qualcosa di molto grande, lontano ed affascinante. Seguire la Constellation equivale a sentirsi parte di un movimento, un qualcosa di elitario ma non esclusivo, piccolo ma contemporaneamente dirompente, raffinato ed allo stesso tempo viscerale. Ogni disco ha un packaging cartonato, piegato a mano, le cover  il più delle volte sono realizzate da artisti locali (Quebec), quando si ordina direttamente dall'etichetta una piccola nota di ringraziamento (scritta a mano) viene allegata alla spedizione. Ogni artista che incide per la Constellation entra a far parte di una famiglia, di un collettivo che condivide un modo di vivere e di pensare. Il nucleo fondante dell'etichetta ruota intorno a Ian Ilvasky e Don Wilkie, che la fondarono nel 1997, ed a band come Goodspeed You! Black Emperor e Do Make Say Think; questo nucleo centrale ha sede a Montreal dove risiede la stessa Constellation, e l'identità territoriale insieme alla tendenza anti-globalista/capitalista è uno dei punti fermi su cui ruota la filosofia della label. 

 

Più che un genere musicale vero e proprio sono i criteri appena elencati che tracciano la linea della Constellation, anche se bisogna dire che comunque il range sonoro in cui ci muoviamo è prevalentemente post-rock o avant-folk con una spiccata propensione alla sperimentazione, intesa anche come continuo moto di cambiamento, come vera e propria rivoluzione culturale in un mondo dominato dal consumismo sfrenato, dalla religione dell'apparenza e privo di ogni etica commerciale/sociale. Vendere dischi non si limita ad impacchettare un prodotto, ma corrisponde a "vendere" una visione gybealternativa del mondo, ed in quest'idea chiunque può riconoscersi, sapendo che quando ci si ritrova davanti al computer a riempire il carrello del mailorder dell'etichetta non stiamo semplicemente comprando un cd, ma stiamo dando il nostro contributo a qualcosa di bello, qualcosa che ci riguarda e che crescerà per noi e con noi, perchè se una volta si diceva che siamo quel che mangiamo, ora (ahimè) siamo diventati ciò che acquistiamo: tenendo in mano un disco della Constellation ci si accorge di reggere non un oggetto con un numero, ma una con un'anima. Quella che segue è un’intervista realizzata con lo staff della Constellation Records, composto dai suddetti Ian Ilavsky, Don Wilkie e da Graham. Alla nostra richiesta di  attribuire a ciascuno di loro le singole risposte Graham ci ha ribadito: “Is it okay to attribute it to Ian and Don and I?  We worked on all the answers together, doesn't really make sense to attribute specific parts to any one person”. Chiaro no?  (Nick Zurlo)

 

 

L’ INTERVISTA

 

CST_recordsNick Zurlo (Distorsioni) - Come e quando è stata fondata la Constellation?
Constellation  Records Staff (Graham, Don, Ian) - L’etichetta è stata fondata da Don e Ian nel 1997. Stavano lavorando ad una serie di eventi live in Montreal, con l’intenzione di aprire finalmente una sede, così conoscendo alcune persone che gestivano l’Hotel 2 Tango, uno studio in Mile End - da cui Godspeed You Black Emperor e molti altri nomi sarebbero poi emersi - capirono di avere intenti comuni. Il progetto riguardante la sede non si materializzò mai, ma Ian e Don impiegarono le loro energie col proposito di pubblicare materiale per alcune delle band di quella crescente comunità di musicisti. L’etichetta fu inaugurata con la pubblicazione di un 7” per i Sofa, la band di Ian a cui fece seguito l’album in CD. Di conseguenza anche quando i Godspeed furono pronti per lavorare al loro debutto, decisero di farselo pubblicare dalla Constellation. F#A#∞” è stata la terza uscita nel catalogo dell’etichetta, tutto è cominciato da qui.

 

Nell’era di iTunes e degli Mp3 le vostre uscite sono caratterizzate da un’estrema cura e attenzione per il “packaging”, quanto è importante il supporto fisico per la musica?
Per noi il supporto fisico è fondamentale. Siamo piuttosto riluttanti al mercato digitale, anche se non parteciparvi equivarrebbe a un suicidio finanziario per un’etichetta che vive sulle sole vendite. Di sicuro ci sono benefici ambientali derivanti dal digital delivery, ma molto andrebbe ovviamente perduto. Contestualizzare le nostre uscite discografiche prestando attenzione per l'opera d'arte e l'imballaggio è una piccola cosa che si può gibefare per prendersi cura della musica in quest'epoca di iper-mercificazione. Un supporto fisico incoraggia le persone a sedersi di fronte a uno stereo e ascoltare l’audio a pieno spettro, al contrario di fac-similia assimilata attraverso PC mentre sei intrattenuto in miriadi di altre maniere. Siamo entusiasti che il vinile abbia avuto il suo ritorno, e crediamo che questo si spieghi proprio per via dell'insoddisfazione vissuta, in molti modi, dal consumo di musica digitale.

 

 

Constellation è rapidamente diventato un marchio di culto e con la qualità delle vostre uscite si è guadagnato la fiducia, spesso incondizionata, dei suoi fan. Che tipo di rapporti avete con le band che fanno parte del roster?
La maggior parte dei dischi che pubblichiamo sono prodotte da musicisti con cui abbiamo lavorato per oltre un decennio. Col passare degli anni ci siam spostati un po’ dall’obiettivo iniziale che era quello di pubblicare solo realtà locali, pur essendoci sempre stato un contatto personale diretto anche con i musicisti non-canadesi  come Carla Bozulich, Vic Chesnutt e i Tindersticks. Noi ci consideriamo come partners che lavorano ad un progetto culturale comune, che ha implicazioni sociali e politiche più importanti dei dischi stessi, per cui è davvero importante per noi mantenere un contatto umano, faccia a faccia, con i musicisti con cui lavoriamo.

 

Locale e globale: la vostra etichetta mantiene un forte senso di appartenenza e di identità al posto dove è nata, e al contempo è indiscriminatamente apprezzata in tutto il mondo, come si spiega questo?
Sì, è vero, siamo estremamente riconoscenti del fatto che così tante persone sembrano aver risposto a quello che tutti noi stiamo cercando di fare qui, che sia per motivi puramente estetici o per motivi più politicizzati. Abbiamo sempre cercato il più possibile di agire rispettando i nostri principi etici, sia nel fare le cose che nell’offrirle alla gente e ci riteniamo davvero fortunati di esserci riusciti durante tutto questo tempo.

 

carla-bozulich_boyC’è una band del passato (prima della Constellation) che vi sarebbe piaciuto includere nel vostro catalogo?
Non credo abbiamo mai pensato in questi termini. Constellation stava rispondendo ad un particolare insieme di circostanze a Montreal a metà degli anni ‘90. La mancanza di infrastrutture locali a disposizione e per i tipi di musica e gli artisti che ci interessavano era la genesi del marchio. Una volta che il progetto si è solidificato, ci occupiamo di includere tutto e tutti e di adattarlo al nostro ordine del giorno, al momento. Da allora, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un roster in continua espansione di alcuni degli artisti musicalmente più talentuosi. Non abbiamo rimpianti in questo senso.

 

Cosa ne pensate dell’attuale mercato musicale americano? C’è un’etichetta in particolare che reputate interessante e ammirate?

Pensiamo che il Nord America sia pieno di gruppi di persone pronti a mettersi in gioco, facendo arte in maniera appassionata e intelligente all’interno di contesti socialmente impegnati e politicamente attivi, mantenendo le distanze dalla staticità e la monotonia imperante della cultura di massa. La miglior musica che ci può essere in giro, è probabilmente musica che non avrò neanche mai modo di ascoltare. Non ci stuferemo mai del lavoro compiuto dalle innumerevoli persone, con le loro piccole etichette un po’ ovunque. Certo abbiamo immenso rispetto per etichette come Dischord, Kill Rock Star, Kranky, Thrill Jockey, Temporary Residence guardando indietro negli anni. Ultimamente siamo molto interessati a quello che sta facendo la Northern Spy per esempio.

 

Constellation è anche un’etichetta diventata un “modo di sentire”, uno stile, sebbene il vostro catalogo spazi attraverso molti generi. In ogni band è possibile individuare un gene comune che rende il roster decisamente eclettico, non credete che questo atteggiamento possa finire per sembrare un po’ auto-referenziale?
cst071hiresCrediamo stia agli altri valutare. Noi crediamo che il nostro catalogo, che ormai consta di più di 100 titoli, sia decisamente vario. In pratica tutti quelli che lavorano con noi mettono passione nel lavoro di produzione, e si sforzano per consentire agli artisti di raggiungere quello che a loro volta si aspettano da uno studio. Non inizieremmo mai una collaborazione con un artista che suona come qualcun altro, semmai il contrario.

 

 

Che cosa ascoltate solitamente?

Davvero di tutto – ascoltiamo parecchia ambient music qui intorno, parecchia roba folk stramba, Graham ha un debole per i vari filoni di musica punk “do it yourself”, mentre in questo momento c’è NAS che sta suonando in magazzino. Siamo spesso impegnati in lavori di post-produzione per l’etichetta, e questo ci sottrae molto tempo da dedicare agli ascolti.

 

Se non siamo alla fine del mondo, poco ci manca: i sistemi politico, sociali e ambientali stanno collassando, ma c’è chi sostiene che ci sia un cambiamento in corso, una sorta di coscienza collettiva. Che ruolo pensate possa avere la cultura e quindi la musica in un periodo così delicato?

Ad essere onesti noi siamo decisamente scettici in merito al fatto che l’arte possa cambiare il mondo. Non voglio dire che sia necessariamente impossibile, ma specie in Occidente, la convinzione che una valida forma d’arte politicizzata si possa sostituire all’azione politica è assurda. Questa idea tende a trasformarsi in una trappola. Detto questo, certamente viviamo in un’epoca in cui il futuro sembra più tetro che mai, e ciconstellation records fullposter piacerebbe poter pensare che mezzo secolo di ironia e cinismo possano in qualche modo fare la loro parte in questa situazione. Così certo, se avessimo un ruolo in questo contesto – cosa che al momento appare inevitabile – sarebbe quello di aver apportato un cambiamento culturale. Ma mentre sto rispondendo a voi, il sindaco di Toronto è coinvolto in uno scandalo concernente la sua dipendenza da crack, il governo del Quebec ha presentato un disegno di legge che vieta di indossare abiti religiosi in pubblico, e il più potente tifone mai registrato ha colpito le Filippine; spero ci perdonerete per non sentirci particolarmente ottimisti riguardo alla possibilità di un cambiamento.

 

Conoscete qualche nome interessante dell’attuale scena musicale italiana?

Purtroppo no davvero! Ci è capitato di ascoltare il nuovo lavoro degli OvO, per via della partecipazione di Carla Bozulich. E Michael Gira che ha girato con i Larsen per il Nord America qualche anno fa. Riceviamo quotidianamente moltissime nuove proposte da tutto il mondo ed è semplicemente difficile riuscire a smaltire tutto mantenendo concentrazione e salute mentale. 

 

 

INTERVIEW

 

constellation records incNick Zulo (Distorsioni) - How and when Constellation Records was founded?

Constellation Records Staff (Graham, Don, Ian) - The label was founded by Don and Ian in 1997. They had been working together on a series of live music events in Montreal, with an intention to eventually open up a venue. Through this they met the people who were running the Hotel 2 Tango jam space and studio in Mile End, from which Godspeed You Black Emperor among many others, would eventually emerge, and realized some common purpose. Ian and Don’s venue project never materialized, their energies redirected instead towards the idea of releasing recorded material from some of the bands in this growing community of musicians. The label was born with the release of a 7” from Ian’s band Sofa, followed by a full-length album on CD. It seemed natural that, when Godspeed decided to release an album, they would work with Constellation to get it out. F#A#∞, Godspeed’s proper debut, became the third release in the Constellation catalogue, and things really took off from there.  

 

In the era of iTunes and Mp3 your releases are characterized by an extreme care and consideration of the packaging, how important is the "physical" support in the music?

For us, the physical medium is paramount.  We reluctantly participate in the digital market because to not do so is financial suicide for a label whose revenue is derived only from record sales.  For sure, there are environmental benefits from digital delivery, but much is obviously lost.  Contextualising the music we release by paying inordinate attention to the artwork and packaging is a small thing one can do to “care for” music in this age of hyper commodification.  Physical records also encourage people to sit in front of a stereo and listen to full-spectrum audio, as opposed to consuming facsimilies of music through computer systems while being entertained in myriad other ways.  We’re thrilled vinyl has made a sustained return to viability, and we believe this speaks directly to the dissatisfaction experienced, in many ways, from consumption of digital music.

 

constellation vicConstellation has quickly become a label of worship and with the quality of your releases you earned the trust, often unconditional, of your fans. What kind of ties do you have with the bands that are part of your roster?

The majority of the records we release are produced by musicians we’ve worked with for over a decade. Over the years we’ve moved a little away from the label’s initial mandate of releasing only local material, though this has always been the result of a personal connection of some kind leading to a relationship with non-Canadian musicians ­– such as Carla Bozulich, Vic Chesnutt or Tindersticks. We understand ourselves as partners, working together on a cultural project that has some much larger social and political implications than the records themselves, so it’s very important to us that we maintain personal, human, face-to-face relationships with the musicians we work with.

 

Local and Global, your label while maintaining a strong sense of belonging and identity to the place where it was born, it's indiscriminately appreciated throughout the world, how do you explain it?

constellationsilverReally, we’re just extremely appreciative and humbled by the fact that so many people seem to have responded to what all of us are trying to do over here, whether it’s on purely aesthetic grounds or for more politicized reasons. We’ve always just tried to act in as close accordance with our ethics as possible, in the ways we produce these things and the ways we get them out to people, and we feel exceedingly lucky to have been able to pull it off for as long as we have.

 

There is a band from the past (before Constellation was funded) that you'd like to include in your catalog?

I don’t think we ever thought that way. Constellation was responding to a particular set of circumstances in Montreal in the mid 1990s. The lack of local infrastructure available to and for the kinds of music and artists we cared about was the genesis of the label. Once the project solidified, we think we managed to include everthing and everybody that fit with our agenda at the time. Since then, we have been fortunate to work with an ever-expanding roster of some of the most talented artists making music. We have no regrets in this regard.

 

What do you think of contemporary American music market? is there a label that you think is particularly interesting and admire?

constellationdomayAs always, we think North America is full of little pockets of people making challenging, passionate, intelligent art within socially engaged and politically conscious frames of action, trying their best to hold out against the onslaught of monotonous pop static that’s hegemonic within the culture at large. The best music that’s being made out there is music you’ll probably never get to hear. We’ll never get bored of the work the innumerable people are always making in tiny private presses in the middle of nowhere. Of course we’ve had a huge amount of love and respect for labels like Dischord, Kill Rock Stars, Kranky, Thrill Jockey, Temporary Residence going back years and years. Lately we’re pretty interested in what Northern Spy has been up to.

 

Constellation is a label that has also become a "mood" and a style, even if your catalog spans through several genres. In every band is possible to identify a common gene that makes your roster one of the most organic around, don't you believe that this trend may result in a kind of self-reference? 

We think is largely up to others to assess. We believe our catalogue, now spanning over 100 titles,  is highly varied and eclectic. Virtually everyone we work with has a passion for production values, and we certainly strive to enable our artists to achieve what they’re hoping to achieve in the studio.  We’ve never started a relationship with any artist because they sound like another artist – in fact the opposite is true.

 

constellationgibeWhat do you usually listen to?

That’s really all over the place – we listen to a lot of ambient music around here, a lot of weird folky stuff, Graham’s got a soft spot for various strands of DIY punk music, and right now NAS is playing in the warehouse.  Because we’re often involved in post-production for Constellation releases, that consumes a huge amount of listening time.

 

If it is not the end of the world I'd say we're close enough, the political, social and environmental is collapsing, but there are many that say that a change is taking place, a kind of collective awareness. How do you believe is important the culture and hence the music in a period so delicate?

To be quite honest, we’ve always been extremely skeptical of the notion that “art can change the world.” Not to say it’s necessarily untrue per se, but because that idea has tended to turn into a trap in some ways – it often seems to mutate into the notion, at least in the West, that good political art can be a substitute for concrete, organized political action, which is absurd.  That said, of course we live in a time where the future looks more bleak than ever, and we’d certainly agree that a half-century of irony and cynicism as cultural norms has a huge role to play in the predicament. So of course, if we’re going to salvage anything from the coming collapse – which at this time appears inevitable – it’s going to take a cultural sea-change. But I’m answering this while the mayor of Toronto isconstellationevangelista embroiled in a scandal surrounding his addiction to crack cocaine, the government of Quebec has just tabled a truly abhorent and regressive piece of legislation prohibiting public employees from wearing religious clothing, and the most powerful typhoon ever recorded has just hit the Philippines; I hope you can forgive us for not feeling particularly optimistic about the current potential for change…

 

Do you know anything interesting within the nowadays italian music scene?

Embarassingly, not really!  We did just hear some great new stuff from OvO, because of a guest vocal from Carla Bozulich. And Michael Gira brought some North American attention to Larsen a few years back. We receive a daily onslaught of new music from all over the world, and it’s simply too hard to digest it all and maintain focus and sanity!

 

(si ringrazia Federico Porta per aver curato i contatti e la traduzione dell'intervista)

 

La scuderia della Constellation Records

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Nick Zurlo

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