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10 Gennaio 2012

Television: New York, 1973-1978 L’URLO DEL CIGNO ELETTRICO

2012

Diceva Patti Smith, a proposito del suono della chitarra di Tom Verlaine, che assomigliava alle strida simultanee di migliaia di uccelli. Ecco, questa definizione della sacerdotessa del rock underground americano potrebbe adattarsi all'intero spettro di riferimento sonoro dei Television. Perché questa è la sensazione da cui si è pervasi ascoltando i dischi della splendida band di Verlaine. Un sound ai limiti del delirio, l'ultimo canto elettrico di un cigno dalle ali nere, nell'atto di partirsi verso l'inesprimibile abisso del rock più febbricoso e allucinato. E proprio di un suono filiforme e potente, a un tempo, come il lungo collo di un cigno, appunto, in preda a spasmi lisergici, parliamo per descrivere la parabola sonora dei Television di Tom Verlaine. Un gruppo rock, crediamo, non consiste solo nell'assemblaggio, più o meno riuscito, di chitarre, basso e batteria; esso si sostanzia soprattutto, assumendo lo stigma della grandezza, nella capacità di innovare gli stilemi di un intero genere musicale, di creare vie nuove entro i territori fin allora conosciuti, di scavare come un sentiero nella roccia, di scrivere pagine decisive con l'ausilio del ferro e del fuoco di una nuova conoscenza. In questo senso, i Television, sono stati dei veri e propri antesignani di un suono rock scardinato dalle sue premesse e proiettato meravigliosamente e indelebilmente verso il futuro.

 

Nascita di un mito: Tom Verlaine, Neon Boys, Television

I Television si formano in quel crogiuolo di istanze multiculturali che è la New York degli anni '70. In particolare, attorno a quel nucleo di liberazione di energie rock che s'irradiano dal leggendario locale underground CBGB's. E' la New York della sacerdotessa Patti Smith, con la quale Tom Verlaine avrà un'assidua frequentazione - nel 1974 suonerà la chitarra nel suo primo singolo "Hey Joe"/"Piss Factory",   scriverà con lei un libro di poesie dei dirompenti alfieri punk d'oltremanica, i Ramones, dei singolari e geniali Suicide di Martin Rev e Alan Vega; così com'era stata la scena privilegiata dei mitologici, tali erano per molte bands che sulla scia della loro musica, compresi i Nostri, si formarono, Velvet Underground. E' la New York che assurge a centro culturale del mondo intero, anni che vedono personalità eccezionali come Andy Warhol, ad esempio, padre nobile della Pop-Art, reinventare il concetto stesso di arte in relazione a una società in continua e contraddittoria mutazione socio-antropologica; quella di inventori di vie nuove della musica moderna, come Philip Glass e tutta la scuola minimalistica, per non parlare della letteratura. Solo per fare alcuni nomi di quell'irripetibile e genialmente creativa stagione del miglior rock'n'roll e non solo.  A precedere la mirabolante avventura dei Television, l'esaltante quanto effimera esperienza di Tom Verlaine coi "mitologici" Neon Boys, nati verso la fine del 1973, combo di grande impatto devastatore composto, oltre che dal Nostro, da Billy Ficca e dal grande Richard Hell, bassista di grandi potenzialità "proto-punk" e più tardi fondatore degli Heartbreakers con Johnny Thunders e dei valorosi Voivods. L'esperienza siffatta, oltre a costituire il più immediato prodromo alla nascita dei Television, crea magicamente il background ideale per i felici sviluppi futuri della grande band che verrà. Sotto l'egida dei Neon Boys-Richard Hell and The Voidoids  uscirà successivamente un Ep: "That's All I Know (Right Now)", 1980, Skake Records, cui seguiranno nel 1991, per la Overground Records, prima il 7'' "Don't Die" e successivamente il cd omonimo.  In quel contesto, e come attratti irresistibilmente dalla luce imprescindibile dei Velvet Underground, nascono i Television.  Decisivo in questo senso l'incontro tra Thomas Miller (classe 1949), nome che presto cederà il passo al più celebre pseudonimo Verlaine, con troppo ovvio riferimento al favoloso poeta "maudit" francese, chitarrista di grande talento, e il resto della compagnia: Richard Lloyd, Billy Ficca e Fred Smith. Al nascente astro della musica rock newyorkese, guarda con attenzione (e come potrebbe essere altrimenti?), il grande manipolatore di suoni e artista geniale Brian Eno. Dopo alcuni concerti, apprezzatissimi da una ristretta cerchia di aficionados, e un singolo passato quasi sotto silenzio ma oggi seminale, "Little Johnny Jewel", i Television esordiscono, sotto la prestigiosa egida della Elektra, con un disco che rivoluzionerà l'intera storia della musica rock a venire: "Marquee Moon". Siamo nel 1977. Si tratta di un'opera fondamentale in quanto a contenuti e a geniale innovazione stilistica, uno di quei dischi destinati a dimorare per sempre nell'Olimpo del rock. Una virtuosa e proficua sintesi di pscihedelia deviata, struggenti atmosfere blues ai limiti dell'allucinazione, suoni distorti e abbarbicati alla sinuosa linea febbrile della chitarra di Tom Verlaine, immersi in liquide, meglio, viscose miscele di crepuscolarimo rock tendenti a dirupare nella fitta tenebra dell'autodistruzione e della discesa agli inferi.
Un disco che influenzerà l'intera scena New Wave, non solo americana, ma anche britannica. Basti pensare a formazioni quali: Joy Division, Siouxie And The Banshees, Ultravox!, Cure, Echo And The Bunnymen, in Inghilterra; e a gruppi dall'enorme talento visionario quali Pere Ubu e Devo, su tutti, in America. Formazioni che a loro volta faranno la storia del rock, in tutte le sue cangianti e poliedriche sfaccettature, tutte ispirantesi a quel disco dall'importanza decisiva per il futuro e che ancora oggi non ha cessato d'esplicare i suoi effetti innovativi e genialmente fecondi.

 

Di pietre miliari e altre storie: "Marquee Moon"

"Marque Moon", dunque. Pietra miliare assolutamente indiscutibile della storia del rock. Otto tracce memorabili, nell'edizione originaria, ciascuna delle quali, oggi, è un classico di ogni antologia rock'n'roll. A cominciare da See No Evil, brano dal tasso elevatissimo di psichedelia, coniugata con un potente incedere della sezione ritmica su cui s'innesta la chitarra nervosa e imprevedibile di Tom. Su tutto, poi, la voce notoriamente prossima al delirio del nostro eroe, a completare il quadro tutt'altro che rassicurante già dagli inizi. La bellissima Venus, a seguire, si contraddistingue vieppiù per il cantato di Verlaine, contiguo all'urlo liberatorio, che si lega alla perfezione alla trama armonica omogenea e coesa in sommo grado, in cui tutti recitano in simultanea il loro ruolo di attori di un magnifico copione sonoro, ciascuno eccellendo anche singolarmente nel rispettivo uso dello strumento. I morbidi graffi della chitarra ritmica, alternati a rapidi inserti di slide, unitamente alla solita voce sempre straniante di Tom, caratterizzano l'ottima Friction. Ed eccoci a una delle perle assolute dell'intera storia del rock: la magica Marquee Moon, title-track di clamorosa bellezza, sorta di lunga cavalcata lisergica lungo i sentieri dell'Io di Verlaine, desertificata landa interiore gremita di pulsioni claustrofobiche e autodistruttive, pregna di esalazioni sulfuree e incendiari riff di chitarra, come in una danza sabbatica inscenata da sinistri spettri affioranti da molteplici e mircocosmici inferni sonori. Rieccheggiante il quieto dispiegarsi del titolo, più rassicurante nei toni di una certa qual soffice configurazione, è la bella Elevation, solo contrappuntata qua e là da taluni intarsi chitarristici di finissima matrice, fino all' a solo terminale che la impreziosisce ancor più, qualora ve ne fosse bisogno, trattandosi di una gemma di grande fulgore. Dolce e suadente è certamente la melodia costruita dai Television per la traccia successiva, Guiding Light, in cui la voce di Tom Verlaine, tornata finalmente umana, duetta con la chitarra arpeggiata a formare delicate trame luminose, prima di sfociare nel mare aperto del soffice respiro finale della chitarra solista. Un brano di grande suggestione poetica, invero, e dalla struttura armonica serica e accattivante. Di più marcato accento rock'n'roll, con ruvidi ma sapienti tocchi di basso e batteria, e un progressivo innalzarsi di chitarra e voce verso vette di pura allucinazione sonica, è, invece, la potente Prove It. Una camminata sull'orlo dell'abisso, con sconfinamenti in territori di lucido ma velenoso delirio compositivo, impasto di blues acido e vena "progressive" morbosamente modulata, è la conclusiva,  formidabile Torn Curtain, a porre il suggello a un disco meraviglioso, in cui ogni tassello creativo rifulge di intangibile perfezione sonora. Un album di inestimabile importanza, e mai più ripetuto dai Television, che influenzerà in modo decisivo l'intero corso futuro della musica rock.

 

La quiete dopo la tempesta armonica, ritorno sul pianeta Terra: "Adventure"

"Adventure", uscito nel 1978 sempre per la Elektra, è, diciamolo subito, un ottimo disco. Il suo più grande difetto è d'esser uscito subito dopo "Marquee Moon" ! Giova dire che passare da un album impressionante come il precedente a uno molto dignitoso come questo è restituire a una dimensione scomodamente umana dei perfetti alieni della musica rock. Nel frattempo, v'è stata l'occasione per i nostri eroi di effettuare un tour nientemeno che col grande Peter Gabriel. A significare, qualora ve ne fosse bisogno, la versatilità artistica e l'ampiezza di riferimenti musicali dei Television. Il disco si apre con Glory: la chitarra graffiante di Tom, su cui s'innesta la sua ben nota voce allucinata che fa da cornice a un pulsante incedere della sezione ritmica del duo Fred Smih - Billy Ficca. Days  rappresenta la classica ballata psichedelica di pura matrice velvettiana che tanto s'adegua al patrimonio artistico dei Television, con il sinuoso e progressivo inarcarsi del suono chitarristico verso vette di grande lirismo espressivo. Si riattinge alla pura tracotanza rock'n'roll con la ruvida ma ben congegnata Foxhole, uno degli episodi meglio ruisciti del disco. In Careful, l'aggiunta dei cori inframmezzati a un quieto periodare della chitarra in chiave quasi country conferisce al brano un andamento assai morbido e gradevole, ma, tuttavia, esangue dal punto di vista dell'impatto sonoro.
Carried Away
riporta, anche grazie all'introduzione di un morbido tappeto di tastiere, ad atmosfere vagamente accennanti ai Doors, e in ogni caso costituisce un esempio di brano modulato su una certa leggiadria di forme. Strepitosa, sin dall'inizio, invece, tale da poter far parte senza meno dell'album precedente, tanto è ispirata e potente, è certamente The Fire, il cui approccio, inizialmente improntato a un certo languore formale, cede il passo a uno dei "solo" di chitarra più spettacolari della storia del rock, al punto di farne  il brano di gran lunga migliore del disco. Robusta e rassicurante, Ain't That Nothin'  ci riporta ad atmosfere più consuete, pregne di angoloso rock, sebbene prive di particolare fascino compositivo. Grande brano è certamente The Dream's Dream, nel quale la chitarra ora mielata ora imbevuta di acido fenico del prode Verlaine la fa da padrona, contrappuntata dalla sempre incredibile estensione vocale del leader ai limiti del parossistico delirio sonoro. Nulla di più aggiungono alla bontà complessiva dell'album le "alternate versions" di Ain't That Nothin' e Glory, mentre di vago sapore psych-country è la intrigante title-track, Adventure. Nel complesso, un disco assolutamente dignitoso, sebbene di gran lunga inferiore al capolavoro "Marquee Moon". Album che segna anche lo scioglimento del gruppo, che si riformerà per un ultimo disco da studio soltanto di lì a tre lustri circa.

 

Television 'live: "The Blow-Up", "Live at The Old Waldorf"

Accanto alla discografia da studio, certamente leggendaria, vi è da sottolineare, per ciò che attiene ai Television, l'intensa attività concertistica della band, con punte d'assoluta eccellenza e furia devastatrice in chiave rock. Pensiamo, soprattutto a un disco live quale "The Blow-Up", autentica pietra miliare sortita da performances live nel 1978, presso il famigerato CBGB's, con materiale proveniente dai primi due dischi, più dal primo, invero, e inizialmente pubblicato, 1982, a guisa di bootleg su cassetta, e solo successivamente, 1999, stampato in doppio cd dalla Roir records, ma con versioni splendidamente deliranti dei brani contemplati nei dischi da studio.  Si ascoltino, ad esempio, le versioni di Prove It o di See No Evil, giusto per gradire, per non parlare dell'apocalittica interpretazione chitarristica di Elevation, nonché di covers mefistofeliche quali Fire Engine dei 13th Floor Elevators, e, soprattutto, Knockin' On Heaven's Door, dell'immenso Bob Dylan, che nelle mani diaboliche di Verlaine & Co. diviene materia ustoria ad uso di marziani, col caracollare disperato della chitarra che fa da contrappunto a una voce come proveniente dagli abissi,  graffiante e febbricosa anzichenò. Altra cover di grande livello è certamente Satisfaction dei mitici Stones, suonata splendidamente, certamente all'altezza di quella fondamentale importanza che il brano ha avuto per l'intera storia del rock. Spigolando in quello che può esser definito uno dei più grandi live di sempre, ci avviene d'imbatterci, ancora, in una devastante versione di Marquee Moon, ad esempio, o negli incendiari 15 minuti di Little Johnny Jewel, primo singolo della band uscito nel 1975, e qui riproposto in una versione da ecatombe nucleare. In definitiva, un disco di prodigioso livello che consacra vieppiù, qualora ve fosse bisogno, i Television come una delle band più grandi e importanti nella storia del rock. Altro ottimo live, sempre rinviante a concerti tenuti dalla band nel 1978, e confluiti egualmente in   disco, quantunque di livello inferiore al mitico "Blow Up", è "Live at The Old Waldorf",  registrato nello storico locale di San Francisco il 29 giugno del 1978, e solo nel 2003 edito su cd dalla Rhino, in edizione limitata a 5000 copie. Vi figurano, ovviamente, brani classici del loro repertorio migliore, quali Venus, Friction, Marquee Moon, Little Johnny Jewel, e ancora l'ottima cover dei Rolling Stones, Satisfaction.

 

Sfavillio dello schermo più rock di sempre e definitivo spegnimento

A parte, per coloro che volessero approndire la validissima carriera solistica del grande Tom Verlaine, pubblichiamo la sua discografia completa. Per ciò che attiene, invece, alla, per certi versi, inattesa e sorprendente re-union dei Television, avvenuta nel 1992, e sostanziantesi nel deludente "Television", per la Capitol, non vi è molto da dire. Si tratta essenzialmente di un tentativo fallito sul piano artistico e dopo troppi anni dallo scioglimento, di innestare su un tronco musicale già morto i nuovi germogli dell'evoluzione stlistica e ideologica di Tom Verlaine, inclinante verso atmosfere e suggestioni di tipo orientaleggiante se non di vera e propria metafisica sonora. Disco deludente, il terzo e ultimo dei Television. A partire dall'inconsistente 1880 Or So, troppo melensa e vuota per essere all'altezza della grandezza del gruppo; e proseguendo per She Wrote This, dove pure un accenno di chitarra fiammeggiante sembra accendere d'antichi sussulti rock l'insieme del brano che presto, però, torna a spegnersi nell'ineluttabile grigiore. In World si adagia stancamente su un tappeto armonico anodino su cui anche la bella voce del leader finisce per perdere vigore. Bellissima, invece, risulta essere la sontuosa Call Mr. Lee, con gli abilissimi ricami chitarristici di Tom e una voce, per una volta e purtroppo una tantum, tornata a livelli grandiosi, perfettamente armonizzantesi al contesto del brano che riluce di bagliori adamantini. Il ritmo diseguale e melenso di Ryme, precede un altro dei pochi episodi dignitosi di quest'album: l'intrigante No Glamour For Willy, dove almeno il tessuto armonico complessivo è ben coeso e la linea melodica scorre via gradevolmente e con una qual certa leggiadria. La monotonia compositiva torna invece a regnare con Beauty Trip, sorta di noioso rockabilly, senza alcuna valenza né formale né sostanziale. The Rocket  almeno cerca di ridare dignità di rock'n'roll, senza troppo riuscirvi per vero, a un album che s'avvia al suo epicedio, trascinando con esso i destini dell'ineludibile scioglimento definitivo della band. Scadente anche la pretenziosa e velleitaria This Tune, mentre su livelli quantomeno accettabili si situa la conclusiva traccia, Mars. In definitiva, un album assolutamente deludente e prossimo al concetto di inutilità che, sancendo la fine inevitabile dell'avventura dei Television, tuttavia non macchia, né punto né poco, la grandezza leggendaria di una band che ha saputo ergersi a baluardo inespugnabile di un concetto di rock alternativo e rivoluzionario, nelle forme e nei contenuti, tale da divenire pietra miliare e punto di riferimento imprescindibile per l'intera scena New Wave e Underground negli anni a venire. Si può dire, in conclusione, che pur essendosi da tempo spento nelle nebbie del tempo, l'ultimo canto del cigno elettrico risuoni ancora, cristallino e potente, anche in quest'epoca di stelle morenti.

 

 

TELEVISION Discography  # Consigliato da DISTORSIONI

 Singles

 Little Johnny Jewel, Ork Records, 1975

Album 

# Marquee Moon: Elektra, 1977

# Adventure: Elektra, 1978

Television: Capitol, 1992

Rhino Hi-Five: Television: Rhino / Elektra, 2007

Live Album

Blow - Up, 1982 (1999,  2 CD ROIR, live 1978)

Live at the Academy, 2003  (Ohoo, live 1992)

Live at the Old Waldorf, 2003  (Rhino Records, live 1978)

The Best of Television % tom Verlaine (Phantom Import / W.B., 1998)

Marquee Moon / Adventure / Live at the Waldorf (Box Set, Elektra, 2005)

 

TOM VERLAINE  Discography

# Tom Verlaine (Elektra, 1979)

Dreamtime (Warner, 1981)

Words from the front  (Warner, 1982)

Cover: Warner  (1984)

# Flashlight  (IRS, 1987)

The wonder: (Fontana, 1990)

Warm and cool  (Rykodisc, 1992)

Around (Thrill Jockey, 2006)

Songs and other things (Thrill Jockey, 2006)

 

Television

Thrill Jockey/Tom Verlaine

 

Rocco Sapuppo
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