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12 Febbraio 2012

Roxy Music Glam Art Rock

2012

Il Glam Rock e gli anni 70

ll Glam Rock è stata una tipologia (o un genere, come preferite) di musica rock tipica degli anni 70, che è nata e morta con gli anni 70: successive, presunte, reincarnazioni anni 80 tipo Spandau Ballett o Def Leppard non sono nemmeno da prendere in considerazione. Le origini del nome derivavano chiaramente dal termine Glamour, riferito a ciò che è estetica, raffinato, colorato e shocking e ispira tendenze modaiole e imitative. Difficile stabilire chi fu il primo a ispirarsi a questa attitudine e a creare il look che divenne poi un genere rock, un look fortemente caratterizzato dal kitsch, trucco pesante, costumi scintillanti e coloratissimi, tacchi vertiginosi, parrucche, ma anche da live show teatrali e complessi, spesso volgari e raffinati allo stesso tempo  ma soprattutto contraddistinto dalle vere o presunte ambiguità sessuali dei suoi protagonisti. Musicalmente il Glam Rock fu un genere piuttosto eterogeneo, con influenze provenienti dall’hard rock, dal progressive, dal proto-punk sino a reminescenze r'n’r anni 50. In UK i prime movers furono senz’altro Marc Bolan e i suoi T.Rex e il David Bowie del periodo Ziggy Stardust, poi i fantastici Mott The Hoople, inizialmente prodotti proprio da Bowie e con il geniale Ian Hunter a scrivere meravigliose ballate e selvaggi brani rock; negli USA  le New York Dolls, con il loro violento proto-punk sporcato dal blues e dal Detroit rock e i loro travestimenti da drag queens scalcinate e volgari,  il teatralissimo Alice Cooper, hard rock durissimo e litri di sangue (finto) on stage ed i Kiss divenuti  (ancora oggi) band di culto, dediti, a prescindere da trucchi, lustrini e pailettes, ad un valido rock muscolare.  Vennero poi vere e proprie degenerazioni ultra commerciali del genere come Gary Glitter (finito poi in galera per pedofilia),  i triviali Slade che cantavano in cockney (il dialetto londinese) i loro testi sporcaccioni accompagnati da un grezzo  r'n'r, ma anche gli insopportabili Sweet ispiratori dei nostrani, indimenticabili (e altrettanto insopportabili) Cugini di Campagna, con Renato Zero l’unico esempio di Glam Rock (melodico) italiano.

 

ROXY MUSIC: le origini

Ma a noi interessa soffermarci su una band che in quel contesto storico dimostrò una lungimirante originalità e un attitudine particolare nel creare un sound unico e inimitabile: i
Roxy Music
. I nostri si formarono a Londra nel 1971, su iniziativa dello studente Brian Ferry, con precedenti esperienze musicali con band che si chiamavano The Banshees e Gas Board; suo inseparabile partner in quel periodo, il bassista Graham Simpson, co-fondatore dei Roxy, che collaborò alla registrazione del primo lp ma poi lasciò la band, partendo per l’India in preda a crisi mistica e diventando in seguito un seguace del Sufismo. Ferry fece un'audizione per diventare il cantante dei King Crimson, ma fu scartato, questo lo portò a creare un suo gruppo: a lui si unì inizialmente alla chitarra David O’List, ex membro dei Nice, ma questi scoprì presto il suo scarso feeling con il resto del gruppo e ne fu allontanato, poi il chitarrista Phil Manzanera, anglo colombiano come origine, per molti anni vissuto in Sud America, reclutato tramite un audizione ispirata dal magazine Melody Maker e grande amico di Dave Gilmour dei Pink Floyd e di Robert Wyatt, il sassofonista/polistrumentista Andy MacKay, il batterista Paul Thompson, ma a caratterizzare il sound del gruppo sarà soprattutto Brian Eno, studente d’arte e pittore minimalista con la passione per i Velvet Underground, che con il suo VCS 3 Sinthesyzer, registratori Revox e altre primitive diavolerie elettroniche, nel solco aperto da pionieri dell’elettronica come i newyorkesi Silver Apple e i tedeschi Can, divenne leader di una vera e propria scuola che portò poi alla nascita della  musica Ambient e dell’elettronica moderna.

 

Ri Fare/Ri Modellare

La band ebbe l’importante supporto del giornalista di Melody Maker Richard Williams e del DJ John Peel, talent scout e storico propagandista rock  inglese dai 60 ai 2000. Il nome della band venne ispirato dai teatri degli anni 30 e dalle dance hall di quel periodo, prima furono solo Roxy, poi  Ferry aggiunse la parola Music, dando un tono più ecumenico al tutto. Il loro esordio dal vivo nel dicembre 71 alla Tate Gallery di Londra, più art rock di così; nel 1972 la registrazione del loro primo disco, l’omonimo “Roxy Music”, prodotto dal paroliere dei King Crimson Pete Sinfield, promosso dalla EG Management, legata a Bob Fripp e pubblicato dalla Island di Chris Blackwell; il disco fu un successone, registrato al Command Studios di Londra, caratterizzato dalla glamourosa foto di copertina della modella Kary Ann Muller (poi moglie di Chris Jagger fratello di Mick) e soprattutto dall’originale mix di r'n'r, rock progressivo ed elettronica che si dipana tra brani storici come  Re Make/Re Model, Ladytron, Bitter End, Sea Breezes, The Bob forse il brano più d’avanguardia del disco e il 45 gg. Virginia Plain (non presente nell’LP), che conquistò il 4° posto nella GB chart. In Italia magazine rock  anni 70 come Gong e Muzak erano pieni di articoli sui Roxy Music inneggianti, in maniera anche un po’ acritica ed eccessiva, alla loro musica; piaceva molto il loro look, che non fu quello di volgari travestiti o androgini assessuati, ma un creativo mix tra quello dei rockers anni 50, degli astronauti e di certi personaggi di Star Trek.

 

Per il vostro piacere

L’anno seguente “For Your  Pleasure”, nel solco del primo lavoro, anche qui la cover sleeve del disco fa centro, con una Amanda Lear supersexy, di nero vestita, con una pantera al guinzaglio e sullo sfondo la night view di una metropoli futuribile. La musica è eccellente, raffinata e piena di feeling, un mix inconfondibile, la voce di Brian Ferry  è protagonista assoluta, sarà un modello per tutti i New Romantics e dandy degli anni 80; le songs: Do The Strand, In Every Dream Home  A Heartache, la lunga Bogus Man dalle spiccate influenze Kraut Rock, Grey Lagoons, Editions For You, il 45 gg Pyiamarama con il 10° posto in classifica di vendite. Un capolavoro dell’art rock di cui i Roxy sono stati tra i più illustri esponenti, tra i megliori 500 album rock per Rolling Stone e tra i migliori 100 del rock inglese per il magazine Q. Nel ruolo di bassista si avvicendarono molti nomi: John Gustafson, John Wetton, John Porter e Sal Maida nei live tours. Dopo  “For You Pleasure”  Eno lasciò la band per divergenze sul management del gruppo con Ferry e gli altri e si diede all’elettronica e alla sperimentazione in compagnia di Bob Fripp l’eccentrico leader dei King Crimson; al suo posto il giovanissimo violinista e tastierista Eddie Jobson ex dei Curved Air. Escono “Stranded” nel 1973 e “Country Life” nel 1974, prodotti da Chris Thomas e John Punter: segnarono  il primo una maggiore vicinanza al classico prog rock, con le tastiere e il violino di Jobson grandi protagoniste e atmosfere decadenti e un po’ spocchiose, il secondo un imprevedibile avvicinamento a suoni made in USA, con influssi blues, country e southern rock; le cover sleeves: quella di “Stranded” con la Playmate, Marylin Cole, l’altra con due splendide modelle seminude in un contesto bucolico, fotografate da Karl Stoecker, le due  erano Constanze Karoli, sorella di Michael Karoli dei Can, (ritorna questa “parentela” forse non casuale tra le due band) e Eveline Grunwald: la copertina del disco venne censurata negli USA, in Spagna e in altre nazioni, il livello qualitativo dei due album rimase molto elevato.

 

L'amore é una droga

Nel 1975 fu registrato “Siren”, 5° LP dei Roxy, con il ritorno alla produzione di Chris Thomas, in copertina una Jerry Hall in veste (succinta)  di sirenetta, allora era la ragazza di Ferry, poi il malefico Mick Jagger gliela soffiò, arrivando a sposarla. Il disco è un ennesimo successo, contiene la song  Love Is The Drug, cavallo di battaglia ancora oggi di Brian Ferry, che fu una megahit negli USA e un  capolavoro del rock romantico. Il periodo più creativo dei Roxy Music si concluse con “Viva", live album con registrazioni dal '73 al '75 effettuate durante i tour inglesi, ma il disco non catturò appieno il groove della band, come accadde in quegli anni anche per Led Zeppelin e Jethro Tull, i primi live album ufficiali furono piuttosto deludenti. Nel frattempo Ferry registrò alcuni album solo, tra cui l’ottimo “Let’s Stick Together“ nel '76, con Chris Spedding alla chitarra, l’ex Bluesbreakers  Chris Mercer e Mel Collins ai sassofoni, disco dagli inusitati suoni blues e soul con una curiosa cover di Shame, Shame, Shame di Jimmy Reed, It’s Only A Love dei Beatles e la canzone che dà il titolo al disco, di Wilbert Harrison, più conosciuta come Let’s Work Together  nella versione dei rockbluesers californiani Canned Heat. Siren segnò la fine della collaborazione tra Ferry e Manzanera che lasciò la band per unirsi agli  801, con Eno, Francis Monkman e membri della prog band Quiet Sun. Nel 1979 i Roxy tornarono in studio per gli LP: “Manifesto” e nell’80 registrarono “Flesh + Blood”, con il redivivo Manzanera, Paul Carrack alle keyboards, Alan Spenner (batteria) e Neil Hubbard (basso) provenienti dai Juicy Lucy. Sono entrambi buoni dischi, le composizioni Ferry/Manzanera si alternavano a cover brillanti come quelle di In The MIdnight Hour di Wilson Pickett e Eight Miles High dei Byrds, ma l’originalità del Roxy Music sound, quel mix di rock'n'roll e sonorità artificiali mai invasive, apparve un po’ sbiadito, ma le vendite andarono bene ancora una volta, l’appeal commerciale dei Roxy non si smentì.  

 

Uno stile da perpetuare

Nel 1980 omaggiarono John Lennon appena scomparso con la loro versione di Jealous Gay, che fu un grande successo mondiale; periodo d'oro che continuò nel 1982 con “Avalon”,  registrato alle Bahamas in piena epoca New Wave, della quale i Roxy Music furono tra i pochi veri padri putativi. Il disco registrato per la WB ebbe un enorme successo, la canzone More And This raggiunse la cima di molte charts europee, USA e australiane, negli USA fu disco di platino:  il sound era caratterizzato da un romanticismo estremo, tipicamente New Wave, pop e ipermoderno, un disco: "… da sentire tenendo dolcemente la mano in mezzo alle cosce della propria compagna" come l’avrebbe definito Jerry Garcia. La foto di copertina abbandonò le protagoniste sexy dei primi dischi, ma evocò le saghe nordiche, con la pic di un falconiere medioevale con elmo cornuto circondato da una luce da solstizio d’inverno, ancora una volta una cover sleeve azzeccatissima;  i Roxy Music sono stati maestri nel curare l’aspetto estetico dei loro dischi così come quello della musica che essi contenevano. A chiudere la fase storica della loro carriera, il bellissimo EP. live “The High Road”, del 1983, con una bella versione di Like An Hurricane di Neil Young;  il disco cattura appieno la forza dei Roxy Music nella dimensione live. Poi un lungo stop nel quale tutti i componenti la band continuarono le loro personali carriere musicali, Brian Ferry con un ruolo costantemente da star della musica rock, Phil Manzanera anche come produttore di dischi importanti come “Fear” di John Cale, “Revolution Balroom” di Nina Hagen e più di recente “On A Island” di David Gilmour.

 

Tra i primi 100 artisti rock

Nel 2001, a 30 anni dall’inizio della loro avventura rock, Ferry, MacKay, Thompson e Manzanera hanno rimesso assieme i Roxy Music, con un tour sviluppato con alcune pause sino al 2003 negli USA, il tour produsse il dvd  "R.M. Live At The Apollo";  nel 2005 suonano al festival dell’isola di Wight, esce il dvd quadruplo “Live 8”  dove viene riportata la loro performance berlinese, nel 2006 nuovo tour europeo, Ferry registra un cd di cover dylaniane intitolato “Dylanesque”, nel 2010 sono stati gli headliner in molti festival estivi in GB e  Irlanda, nel 2011 il tour “For Your Pleasure” in occasione dei 40 anni dall’uscita del loro secondo disco ed infine qualche rock magazine inglese parla della possibilità dell’uscita di un cd con nuovo materiale. Proprio in questi giorni un maturo ma sempre elegante Brian Ferry occhieggia dai manifesti di una nota linea d’abbigliamento per uomo, in tutte le fermate della Metro a Milano. Una band importante i Roxy, hanno influenzato tutto il rock anni 80 e nei primi lavori hanno approcciato all’elettronica senza mai debordare nel rumorismo e nell’effettismo puro e semplice, ma conservando  alle loro songs una struttura riconoscibilmente rock'n'roll, la bravura e la professionalità dei vari componenti  la band ha fatto il resto. Rolling Stone li mette al 98° posto tra i primi 100 artisti della storia del rock, senz’altro hanno meritato questa posizione. 

Guido Sfondrini
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