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8 Luglio 2012

Vibravoid GRAVITY ZERO

2012 - Sulatron Records

vibravoidLa loro storia musicale ricorda molto da vicino quella degli Ozric Tentacles, una band con cui i Vibravoid condividono anche molto altro sul piano strettamente sonoro, oltre alla storia. Proprio come gli Ozric, i tedeschi Vibravoid dal 2000, l’anno in cui comparivano sulla scena musicale con il loro album d'esordio “2001”, hanno difatti cambiato moltissime volte formazione e hanno prodotto una notevole quantità di dischi, tra album in studio, live, EP e 7''. La loro attività discografica in questi anni ha inoltre contribuito ad alimentare il mercato del collezionismo, dato che i Vibravoid hanno sempre dedicato una particolare attenzione alla produzione, in particolare quella in vinile, corredando i dischi con grafiche psichedeliche spettacolari, posters, stickers e inserti vari, e soprattutto distinguendo le diverse stampe con colori del vinile differenti. L'ultimo album, “Gravity Zero”, non fa eccezione: vinile blu per la prima edizione di 500 copie, vinile arancio per la seconda edizione di ulteriori 500 copie e vinile nero per le edizioni successive. La versione su cd ha però due bonus tracks, La vie en Dusseldorf e Radiation Zero che non sono presenti su vinile.

 

Anche in questo loro modo di rendere unico il manufatto che supporta la musica, i Vibravoid si riagganciano a una tradizione psichedelica che ha sempre fatto del disco in vinile un oggetto artistico di culto, ma soprattutto vi si riagganciano se restiamo sul piano strettamente sonoro, poiché la band tedesca è attualmente uno dei maggiori gruppi a livello europeo impegnato a diffondere il verbo psichedelico e senza dubbio tra coloro che meglio riescono in questa missione. Con i Vibravoid parliamo di quella psichedelia dura e pura fatta di chitarre distorte, theremin e mellotron che spazia da atmosfere dilatate e vibranti, con veri e propri trip psichedelici, come negli oltre tredici minuti di Gravitation Zero, il brano di apertura dell’album, a soluzioni appena più “dure” che li avvicinano a tratti al mondo stoner. “Gravity Zero” si trova in quella terra ideale in cui si incontrano psichedelia, space rock e stoner rock, ma senza sconfinamenti nei suoni più hard dello stoner. Un album che tocca le corde più profonde, intenso e bellissimo, e che, com’è scritto sull’inserto che accompagna il disco in vinile, ‘dimostra che la musica rock psichedelica è viva e vegeta’ e, aggiungiamo noi prendendo a prestito una frase del brano stupendo Photosynthesis In Darkness ovvero l’invito ripetuto ‘trust in rock’n’roll’, che del rock, certo, ci si deve fidare, poiché il rock’n’roll ti sa ricompensare con gioiellini come questo. Voto dieci e lode.

Rossana Morriello

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